Su 21 edizioni del Campionato mondiale di calcio il Brasile parteciperà per la 21ª volta: mai assente. Si qualifica per prima al mondo (tralasciando la Russia ospitante del torneo) nella solita bagarre dell’unico girone della CONMEBOL. I verde-amarela rasentano la perfezione nell’ammazzare il campionato dopo il cambio d’allenatore e staccano il biglietto per la fase finale battendo il Paraguay 3-0: era il 28 marzo 2017 ed erano state giocate 14 giornate su 18.
Dopo il disastro del Dunga-bis alla Copa América Centenario del 2016, la Seleção si affida a Tite, praticamente un’intera vita dedita al calcio brasiliano e in quel momento allenatore del Corinthians campione nazionale. Il nuovo allenatore risolleva una squadra in difficoltà, capace di collezionare appena due vittorie in sei partite. Con Tite cambia la musica e arrivano nove vittorie consecutive: il Brasile spazza via la Bolivia, a cui rifila cinque gol, l’Uruguay, nella serata in cui Paulinho si riscopre goleador da tripletta, e anche l’Argentina (quella volta per 3-0). Solo Radamel Falcao riesce a fermare i verdeoro, con il gol che regala alla sua Colombia un prezioso pareggio.
Il Brasile non solo si qualifica per primo a Russia 2018, ma si candida anche come una delle grandi favorite. Scontato direte: sì, ma non è solo un fatto di blasone. L’attacco è costantemente pericoloso, 38 gol in 17 partite, e la difesa è fra le migliori al mondo, con 3 gol subiti nelle ultime 10 gare e cioè dal cambio d’allenatore. Tite ha molte carte da giocarsi ai Mondiali, un Neymar in fiore, un Paulinho a raffica e infine una difesa centrale composta da uomini come Miranda, Mariano, Gil, Marquinhos e Thiago Silva. Ecco perché il Brasile non è un semplice candidato, è stato costruito un carro armato da calcio.
L’unica incognita, forse, poteva essere la punta centrale. Una difficoltà non sconosciuta alle selezioni verdeoro precedenti. Firmino aveva trovato una certa continuità con Dunga, ma il problema è stato definitivamente risolto solo con l’altro inglese Gabriel Jesus, esordiente sotto la nuova gestione. Saldo fra i pali c’è invece il romanista Alisson.
Come partite chiave abbiamo scelto il 3-0 all’Ecuador, la prima partita da CT di Tite: Neymar bacia il pallone prima di sistemarlo sul dischetto e la sblocca al 72′. La partita fino ad allora era stata equilibratissima, ma ai verdeoro importa solo il risultato. Juan Carlos Paredes si fa cacciare di lì a poco e allora è tutto più facile per Gabriel Jesus e per la sua doppietta all’esordio, primo gol di tacco e secondo con un bel destro dal limite, in entrambi i casi importante l’apporto sulla sinistra di Marcelo. C’è poi un altro 3-0, quello tanto agognato ai danni dell’Argentina: confusione negli occhi di Messi e compagni sotto i colpi di Coutinho, Neymar e Paulinho (tutto nasce da Marcelo). Infine il 3-0 al Paraguay, valso l’aritmetica qualificazione: ancora Coutinho, ancora Neymar, protagonista di una portentosa cavalcata a manca, e finalmente Marcelo.
La stella: non c’è dubbio su chi sia il giocatore più atteso di questo Brasile, ovviamente Neymar Júnior. Non sto qui io a dirvi quanto sia forte, immagino lo sappiate già. Ciò che è importante sapere è che, a venticinque anni compiuti, ha già segnato 52 gol in 80 presenze nella sua nazionale e punta a segnarne altri 25, per raggiungere il primato di Pelé. I suoi gol in questo girone della CONMEBOL sono stati ben 6, ma si sono distinti tra gli altri anche Gabriel Jesus, che in meno partite ha segnato solo una rete in meno, Willian e Coutinho, la coppia di esterni della Premier si è divisa equamente 8 reti, per non parlare di Paulinho, il centrocampista del Barcellona è andato a segno 5 volte.
Il Brasile di Tite si qualifica per primo al mondo con un attacco stellare, con una fascia sinistra (tandem Marcelo-Neymar) spaventosa, forse con la difesa migliore al mondo e con l’entusiasmo di una striscia invidiabile di vittorie. In un Mondiale che potrebbe essere l’ultimo a vedere il duello Messi-Ronaldo (o forse no), magari è arrivato per Neymar il momento di prendersi la scena, e magari qualcosa in più.