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Precisiamo fin da subito: se il Venezia all’intervallo fosse stato in vantaggio non avrebbe rubato nulla, ma prendere due gol in 94 secondi dopo essere appena passati in vantaggi è veramente un harakiri sportivo.

Il Brescia passa così in meno di tre minuti dal possibile ottavo posto in classifica a un modesto quattordicesimo e il sogno playoff per ora resta ancora proibito. La terza vittoria consecutiva sfuma in un Rigamonti prima gioioso per l’ennesima perla del proprio capitano Andrea Caracciolo e poi gelato in rapida successione dalla rimonta firmata Pinato e Falzerano.

Tutto il primo tempo è molto equilibrato con i padroni di casa ben messi in campo che però faticano a trovare un po’ di velocità nei fraseggi per scardinare la difesa veneziana, sempre attenta e ben preparata da Inzaghi, venuto a Brescia con il chiaro intento di punire gli avversari con le ripartenze in contropiede.

La supremazia territoriale del Brescia è sterile e il trio difensivo capitanato da un Gastaldello irriconoscibile soffre già dopo soli sei minuti quando Moreo in scivolata anticipa Minelli, ma non trova la porta. Nonostante la compagine di Marino faccia incetta di calci d’angolo (saranno nove a fine gara), nessuno di questi viene sfruttato a dovere e l’unica forma di reazione sono delle conclusioni velleitarie di Caracciolo e Machin che non creano problemi ad Audero.

Inzaghi si sbraccia in panchina e vedendosi i suoi non soffrire particolarmente gli affondi avversari, alza leggermente il baricentro insistendo maggiormente sull’arma del contropiede: Marsura nel giro di otto minuti viene prima fermato in uscita da Minelli e poi svirgola clamorosamente una buona occasione. I lagunari non si perdono d’animo e sul finire di tempo imbastiscono le più nitide pallagol con Moreo che prima, ben servito da Zampano, esalta Minelli in un intervento miracoloso e poi, dopo aver aggirato l’estremo difensore biancoblu, mette incredibilmente sull’esterno della rete.

Il Venezia meriterebbe sicuramente qualcosa in più, ma Marino nell’intervallo si fa sentire negli spogliatoi e nella ripresa i suoi giocatori paiono non soffrire più la velocità degli avanti avversari; il gioco ristagna soprattutto a centrocampo (solo Bisoli impegna Audero in una parata decisiva) e dopo la consueta girandola dei cambi, il risultato pare destinato a non schiodarsi più.

Ma al minuto 85 si sveglia l’airone, sotto tono fino a quel momento: cross dalla sinistra di Furlan, Caracciolo di tacco batte Audero per un gol da cineteca che fa esplodere il Rigamonti. A cinque minuti dalla fine, in casa, il Brescia commette l’errore più grave di credere di aver già vinto e di fatto smette di giocare favorendo la rimonta ospite.

Nel giro di novantaquattro secondi infatti la compagine di Inzaghi prima pareggia con Pinato e poi ribalta il punteggio con Falzerano con due gol tanto simili quanto beffardi: a difesa schierata semplicemente buttando il pallone all’interno dell’area di rigore. Il tecnico ex Milan in panchina esulta come spesso faceva da giocatore e ne ha tutto il diritto: il suo Venezia espugna così il Rigamonti in rimonta balzando al quarto posto in classifica.

Il Brescia invece resta quattordicesimo e dopo due vittorie convincenti consecutive, quella che doveva essere la prova della maturità si è rivelata una trappola che rischia di avere strascichi psicologici sul proseguo del campionato. Ora Marino dovrà essere bravo a ricaricare i suoi in vista della trasferta delicata di Carpi: non sono ammesse altre follie.