Roma, senza paura. Juve, per gli ottavi
“Come all’andata”. Sembra facile. Di Francesco vuole una Roma compatta e grintosa contro il Chelsea. È una partita che può essere decisiva ai fini della qualificazione: diamo per scontato che i giallorossi vincano con il Qarabag, all’ultima giornata, prendere i tre punti in casa, stasera, con i blues, vorrebbe dire ipotecare il passaggio del turno. Mica male, per una squadra che tutti davano già in Europa League, il giorno dei sorteggi.
“Come all’andata”, è quanto desidera fare il tecnico giallorosso. Mica semplice. Soprattutto perché Conte è uno di quelli che sa rimediare ai suoi sbagli, e ne ha fatti parecchi il suo Chelsea, a Stamford Bridge: ha rischiato seriamente di perderla quella gara, nonostante i due gol di vantaggio. Una Roma meravigliosa, quella lì: capace di rimediare ai propri errori e provare a centrare i tre punti. Una Roma, però, anche ingenua: primo, perché ne prese due praticamente subito; secondo, perché non in grado di mantenere quel vantaggio ottenuto con merito sì, ma prezioso come se fosse piovuto dal cielo.
“Come all’andata”, dunque. La Roma, e anche la Juventus, che lo Sporting l’ha battuto di misura, già, ma dimostrando carattere e convinzione. Allegri vuole chiudere il discorso qualificazione: la Vecchia Signora sì, può farlo già ora, per poi pensare a giocarsi il primato nel girone con il Barcellona. Si dice che questa Juve sia diversa da quella degli scorsi anni: discorsi, questi, che sono banali come dire che l’acqua sul fuoco si scalda e poi fa le bolle. La Juve non ha né finito un ciclo, né si è indebolita: semplicemente, in Italia è aumentata la concorrenza, in Europa pure. Il calcio – nazionale e internazionale – si sta livellando, ma verso l’alto: tendenza diversa rispetto agli anni scorsi, dove c’era parecchia mediocrità sia dentro che fuori i confini italiani (e quelle 4/5 squadre di livello maggiore spiccavano in maniera notevole).
Dunque: Juve, stessa forza, stesso carattere, più concorrenza, ma sei più matura. Roma: occhio alla mentalità vincente di Conte, ai suoi schemi, alla sua fase difensiva, alle sue capacità carismatiche. Martedì di Champions da tifare a pieni polmoni per le italiane, evitando qualsiasi campanilismo o rivalità, in attesa del mercoledì napoletano, in cui le acque sono più mosse e gli azzurri faticano a restare a galla. Ma quella è un’altra storia, e ne parleremo a parte.