Solo pochi mesi fa, Lugano-Lucerna era una partita tra due compagini che si giocavano l’accesso all’Europa League. Ieri, invece, era uno scontro importante nella lotta per non retrocedere: a dimostrazione che, in Svizzera, nessuno può sedersi sugli allori. La squadra biancoblù, da ieri ultima in graduatoria, viene infatti da due qualificazioni consecutive ai preliminari di Europa League, e ha nelle proprie fila buoni giocatori e giovani promettenti (il portiere Omlin, anche ieri, ha dimostrato che Renzetti aveva avuto buon fiuto a cercare di portarlo sulle rive del Ceresio). Tuttavia, basta attraversare un momento difficile (il Lucerna non vince in Super League dal 9 agosto, 0-2 a San Gallo) per ritrovarsi in fondo alla graduatoria.
I bianconeri, invece, sono tornati a vincere sul proprio campo (in campionato non accadeva dal 26 agosto, 4-1 col Thun), e lo hanno fatto in una partita delicatissima: come sottolineava il presidente Renzetti, a fine gara, visti anche i risultati delle altre, un pareggio o (peggio ancora) una sconfitta avrebbero rischiato di scavare un solco profondo tra il Lugano e le altre. La vittoria e, soprattutto, la prestazione, che conferma quanto di buono fatto vedere dai sottocenerini nelle ultime settimane, è una boccata d’ossigeno importante, che consente ai ticinesi di guardare con fiducia alle due trasferte dei prossimi giorni: la partita in Repubblica ceca per l’Europa League e, soprattutto, quella in Oberland bernese di domenica pomeriggio.
Tami, a fine partita, davanti ai giornalisti presenti, non ha nascosto la propria soddisfazione: “Sono contento di risultato e prestazione. Era importante abbandonare l’ultimo posto in classifica, ma lo è stato altrettanto quello che abbiamo fatto in queste ultime quattro gare. Ci siamo ritrovati come squadra; oggi era difficile, volevamo i tre punti a tutti i costi, e ho visto un gruppo che ha usato la testa, non concedendo niente agli avversari. Avremmo dovuto chiuderla, ma abbiamo trovato un portiere avversario che ci ha chiuso la via della rete in più occasioni. Ho visto un momento di difficoltà solo a fine primo tempo, quando abbiamo tirato il fiato, abbassando però troppo il baricentro. Tuttavia, l’intervallo è servito a chiarirci le idee, e a trovare la tranquillità e la lucidità necessarie per portarla a casa.”
Certo, il campionato non finisce oggi, e il Tour de Force per i sottocenerini continuerà sino al termine del girone d’andata, con tre competizioni da onorare (il quarto di finale di Coppa svizzera con il GCZ, a fine novembre, sarà interessante e combattutissimo). Però, queste ultime partite con squadre situate nella colonna di destra della graduatoria hanno dimostrato che il Lugano può giocarsi le proprie carte, in chiave mantenimento della categoria.
Certo, ci sono giocatori che non hanno ancora fatto vedere i loro numeri migliori (Sabbatini su tutti). Tuttavia, Ledesma si sta ritagliando, in silenzio e con umiltà, un ruolo importante. Junior e soprattutto Bottani stanno crescendo e, in particolare, il Figlio della città potrebbe davvero affermarsi, finalmente, come un giocatore da Super League, cosa che, con Zeman, non era del tutto riuscita.
In conclusione, da ieri sera c’è qualche motivo in più per avere fiducia: sono partite, queste, che danno morale e autostima, in vista di un cammino ancora lunghissimo in un torneo che ha già regalato (e regalerà) molte sorprese. Certo, la squadra ha dimostrato ancora una volta qualche lacuna soprattutto in fase di finalizzazione: tuttavia, i sottocenerini hanno fatto vedere di essere fisicamente in un buon momento. E, in un torneo come quello svizzero, dove la capacità tecnica è appannaggio di un paio di compagini al massimo (le prime due), la tenuta atletica può fare davvero la differenza.
La stagione, quindi, si è riaperta: e, come scrivevamo alcuni giorni fa, la squadra sottocenerina potrà giocare le proprie carte per condurla, dignitosamente, in porto. Magari, togliendosi anche qualche soddisfazione: il quarto di finale di Coppa svizzera contro il GCZ è una partita alla portata di Bottani e compagni, e in un’eventuale semifinale a partita secca, magari in casa, potrebbe davvero accadere di tutto.