Le stranezze di un Milan (parzialmente) ritrovato
Domani sera, Milan-Juventus accenderà San Siro. Mercoledì, a Verona, c’è stata la reazione che la Milano rossonera si aspettava, e che Montella sperava fortemente che avvenisse. L’aeroplanino ha sentito la panchina tremare sotto di sé, ma per il momento le acque sembrano essersi calmate, e chissà se si tratta di una calma apparente. Di certo, di progressi se ne sono visti rispetto alla sfida con il Genoa, giocata dal Milan con un uomo in meno e senza convinzione, né cattiveria, e neppure un bel gioco. Che invece, a Verona si è notato, seppur a sprazzi. Seppur sempre nato dal guizzo di un individuo solo, Suso, che palla al piede dimostra di saper fare cose magnifiche.
Più pressing, più velocità, più ritmo, contro un avversario galvanizzato dalla vittoria nel derby. Non era facile giocare né vincere, invece il Milan ha saputo imporsi, e chissà se dobbiamo considerare significativa l’assenza di Bonucci dal pacchetto arretrato. Nessuno mette in dubbio le sue qualità, ma in un momento in cui c’è bisogno di un undici compatto, un capitano in difficoltà potrebbe non essere esattamente colui a cui appigliarsi per risollevare la situazione. Paradossalmente, lo stop di Bonucci può perfino rivelarsi d’aiuto: al calciatore, per ritrovare la concentrazione adatta a esprimere di nuovo il suo stile di calcio. Al Milan, per lavorare con calma, sul gruppo, in attesa del ritorno del suo leader difensivo.
E apriamolo, dunque, il capitolo Bonucci: sembra quasi che a volte il destino si diverta a disegnare le più folli geometrie della vita calcistica, se si tratta di un atleta che usa il pallone per professione. Sembra quasi che qualche divinità superiore decida di unire i puntini e rivelare il disegno supremo, che il più delle volte è beffardo: Bonucci, che accade? Bonucci, salterai la Juventus a causa della follia di sabato scorso. Bonucci, a cui Montella ha assegnato una pesante fascia da capitano e una importante responsabilità, è il volto di questo Milan che arranca, ma che prova a rialzarsi: la squadra di Montella ha girato spesso a vuoto, dimostrando di essere un gruppo di individualisti. Tornando al Genoa, non si è vista una sola azione collettiva degna di nota, e nessuno si indigna se diciamo che i rossoblù hanno avuto le chance migliori, perché è così: il Grifone ha giocato la partita che doveva fare per portarsi a casa un punto e magari fare il colpaccio; il Milan, in dieci praticamente per tutta la gara, doveva dimostrare di essere superiore, e invece è uscito ancora una volta sotto i fischi. Cose, invece, sistemate a Verona come detto, dove un equilibrio si è trovato. Già, equilibrio, quello tanto decantato da Bonucci, e che il Milan ha saputo ottenere senza di lui in campo.
Domani, dunque, la Juventus, a San Siro. Terza big in cinque partite di campionato da affrontare. Inter e Roma, hanno fatto parecchio male, e le conseguenze di quei ko si son viste e sentite contro il Genoa. Però, chissà: il bel successo di Verona potrebbe aver fatto cambiare la direzione del vento, in quel di Milanello.