Ieri, a Zurigo, in Svizzera, c’è stato qualcuno più soddisfatto di Tavecchio e Ventura, ai sorteggi che hanno determinato gli accoppiamenti per gli spareggi di qualificazione ai Mondiali in Russia del 2018: i padroni di casa. Ai microfoni della RSI, infatti, Vlado Petković, pur restando prudente, non ha nascosto di essere stato, tutto sommato, soddisfatto dell’esito dell’urna: “In questo tipo di partite, le probabilità sono sempre al 50%. Sono contento di giocare la seconda partita in casa: tuttavia, per poterne avere i massimi benefici, bisognerà fare molto bene da loro. Li rispettiamo, naturalmente: è una squadra che ha chiuso sono 7 partite senza prendere gol, sono molto forti fisicamente e, a Belfast, hanno un pubblico capace di creare un ambiente caldo. La trasferta non sarà semplice.”
Insomma, l’ambiente in Svizzera è piuttosto possibilista, nonostante la trasferta in Portogallo abbia sgretolato parecchie certezze in casa rossocrociata, consentendo, a più di un commentatore, di esplicitare dubbi legittimi sull’effettivo valore della Nati. Proviamo, quindi, a conoscere un po’ meglio la “Green & White Army” che, nella vicina Penisola, evoca invece bruttissimi ricordi.
La compagine isolana, infatti, dopo vicende rocambolesche (la partita decisiva del girone venne ripetuta per l’assenza dell’arbitro Zsolt, bloccato a Londra in aeroporto per la nebbia) chiuse, agli Azzurri, la strada alla partecipazione ai Mondiali di Svezia del 1958. I biancoverdi, nel Mondiale che presentò al mondo Pelé, vennero eliminati dai padroni di casa nei quarti di finale. I nordirlandesi (che videro, tra l’altro, militare tra le proprie fila, nel decennio successivo, George Best) restarono a lungo la rappresentativa del Paese più piccolo a partecipare alla fase finale di un Mondiale, e vantano, ancora oggi, il record del giocatore più giovane mai schierato nella competizione (il nostro coscritto Norman Whiteside, nel 1982 in Spagna).
L’era migliore, dopo i magici anni 80 (gli isolani si qualificarono anche per Messico 86), è proprio quella attuale. I biancoverdi, infatti, si presentano agli spareggi dopo essersi qualificati all’Europeo francese (prima loro presenza in quella competizione). A dire il vero, il girone che li ospitava era alla loro portata, visto che, a parte la Germania campione del mondo uscente, vedeva in lizza Repubblica Ceca, Norvegia, Azerbaijan e San Marino: insomma, una sorpresa, ma fino a un certo punto, visto che si è trattato di un esito in linea con quanto visto in Francia.
Si tratta, ovviamente, di risultati da non sottovalutare, perché il tecnico O’Neill li ha ottenuti con solo tre elementi titolati in rosa, vale a dire Davis, Brunt ed Evans, gli unici a giocare in Premier League. Tutti gli altri elementi della squadra, infatti, militano nei campionati minori inglesi, o in Scozia. Quello che però può sembrare uno svantaggio (una rosa ridotta, e poche possibilità di fare nuovi inserimenti) si è trasformato in un punto forte della Green & White Army: il gruppo è solido, consolidato, e gioca a memoria. I nordirlandesi sono molto britannici nel loro modo di fare calcio: fanno pressing sui portatori di palla avversari, giocano molto chiusi con un 4-5-1 (che, in alcuni casi, è diventato un 5-3-2) e provano, in questo modo, a supplire all’inferiore tasso tecnico rispetto a compagini più quotate.
O’Neill, ieri, ai microfoni della RSI, è apparso ottimista: “In casa, dove abbiamo perso una sola volta in quattro anni, i nostri tifosi sanno creare un ambiente elettrico, in grado di caricare la squadra. La Svizzera è una compagine quotata, ha buoni elementi; tuttavia, anche noi abbiamo fatto delle buone partite. In casa nostra, solo i tedeschi sono riusciti a segnare contro di noi. Sono convinto, quindi, che i miei ragazzi abbiano delle possibilità di prevalere sui rossocrociati, sui due incontri complessivi.”
Per vincere, però, bisogna segnare. I nordirlandesi, di gol nel girone, ne hanno fatti 17: non moltissimi (anche se in linea con quelli segnati dalle altre compagini), vista la caratura degli avversari. Certo, non è un termine di paragone adeguato, ma la Germania, con gli stessi avversari, ne ha messi invece a segno 43. Come tutte le squadre britanniche, davanti sono pericolosi nel gioco aereo: i pericoli per gli elvetici potranno quindi derivare dai cross, soprattutto su palle inattive. Il terzino Chris Brunt, uno dei pochi a giocare in Premier League, ha, inoltre, un buon tiro da fuori area, ma non ha statistiche in grado di impensierire più di tanto Vlado e il suo staff tecnico.
Per concludere, il pericolo, per la Svizzera, sarà quello di non riuscire, magari, a segnare subito, vista la solidità difensiva degli irlandesi, e le difficoltà incontrate, invece, in alcune occasioni, dai rossocrociati a trovare la via della rete, e di innervosirsi. L’ambiente di Belfast, invece, a nostro parere, sarà un problema, ma fino a un certo punto: nei paesi anglosassoni, i tifosi, in fondo, stanno oltre i tabelloni pubblicitari, anche se urlano e fanno baccano. E, comunque, anche negli stadi più caldi del pianeta, non abbiamo mai visto il pubblico inserito nel tabellino dei marcatori.