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Malmö campione: vittoria netta e indiscutibile

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Malmö campione, dunque.  Vittoria netta e indiscutibile (e ampiamente prevista anche da noi): ovviamente, non siamo qua a rivendicare un pronostico scontato, ma ad analizzare la stagione degli Himmelsblått, provando a capire cos’ha funzionato bene, e cosa no. Siamo dell’idea, infatti, che, per quanto forte in patria, la squadra di Scania debba fare ancora molto per crescere, in chiave europea. Si dirà che il livello del calcio svedese è questo: tuttavia, è sotto gli occhi di tutti quello che ha fatto e sta facendo l’Östersund in Europa League.

Il Malmö ha vinto perché, innanzitutto, è stata la squadra più continua. Non ci stancheremo mai di ripeterlo: in un torneo di livello tecnico non eccelso, la continuità è la dote fondamentale per arrivare in fondo. Si dice spesso (e a ragione) che si vince con una difesa forte. È vero, ovviamente: però (anche se il torneo non è ancora finito, visto che mancano tre giornate) la difesa biancoceleste non è stata, finora, la più forte: ha fatto meglio l’AIK (20 reti subite contro 25 dei campioni di Svezia) e anche l’Häcken, con 26, ha dimostrato di avere una retroguardia adeguata. L’Östersund, che sta facendo bene in Europa, in patria ha invece (finora) incassato 6 gol in più.

La differenza, i biancocelesti, l’hanno fatta davanti: 58 reti (in 27 partite) sono tantissime (il secondo attacco del torneo, quello del Djurgården, ne ha messe a segno 51, e l’AIK, al secondo posto provvisorio, solo 43). Insomma, una volta tanto, il campionato lo ha vinto chi ha fatto più gol, rispetto a chi ne ha presi meno. Ovviamente, non si tratta di statistiche definitive; tuttavia, sono in grado di rendere l’idea su quello che hanno fatto gli Himmelsblått, e quale potrebbe essere stata la chiave del loro successo.

I gol, ovviamente, li fanno i giocatori con maggiore classe: da Berget (8 centri finora) al giovane Rakip (8 reti anche per lui), passando per il “vecchio” ma sempre fondamentale Rosenberg (7 gol, e rinnovo del contratto per un’altra stagione). Tanta qualità è venuta dal danese Christiansen, passato anche dal ChievoVerona: 5 reti e 6 assist per lui, e una buona continuità di rendmento, che ne hanno fatto uno dei perni di centrocampo della squadra biancoceleste, confermando quanto di buono aveva già fatto vedere lo scorso anno.

L’arrivo, poi, molto celebrato qualche mese fa, di Carlos Strandberg, una delle tante promesse (da mantenere) del calcio svedese, dovrebbe dare qualcosa in più, soprattutto nel futuro. Del resto, le partecipazioni negli anni passati in Champions League garantiscono al club un budget economico inarrivabile per gli altri team dell’Allsvenskan.

Tutto bene, quindi? Nì. Quest’anno, come in alcuni momenti della passata stagione, al Malmö è mancato qualcosa. Il livello di concentrazione della squadra è il suo limite, e lo è stato nella passata stagione (tanto è vero che il tecnico Kuhn fu esonerato, a fine campionato). L’anno scorso, alla dirigenza del club non andarono giù alcune sconfitte (una, in particolare, nel turno autunnale della Svenska Cupen, contro il Landskrona, con conseguente eliminazione, e alcuni passi falsi in campionato) e la sensazione, che forse, il tecnico non avesse in pugno lo spogliatoio (celebre la partecipazione di Berget a un concorso per “La più bella barba di Svezia” pochi giorni prima di una partita).

Quest’anno, l’arresto del cammino in Champions League al primo turno, contro i non irresistibili macedoni del Vardar, ha fatto gridare allo scandalo tutta la stampa specializzata, che pure è normalmente indulgente con le squadre dell’Allsvenskan, quando varcano il confine. Vedere, poi, quanto fatto finora dall’Östersund in Europa League (il quale si è trovato ad affrontare avversarie di ben altro spessore e tradizione, rispetto ai macedoni) non ha fatto che aumentare la stizza di una dirigenza competente e, per forza di cose, molto esigente coi propri dipendenti.

Per questo motivo, non scommetteremmo le nostre ultime 100 SEK sulla permanenza di Magnus Pehrsson sulla panchina degli Himmelsblått. Ci sono poi state sconfitte (come quella con l’Eskilstuna) clamorose e indice, soprattutto, di incapacità di tenere alta la concentrazione. In Scania, sono peccati mortali per un allenatore.

Concludendo, in ogni caso (e a scanso di equivoci) complimenti ai vincitori: il campionato, in Svezia, non è semplice e, come si è visto in stagione, quasi nessuno riesce a mantenere la continuità. Il Malmö, sotto questo aspetto, ha fatto la differenza e, soprattutto, l’ha fatta negli scontri diretti: su tre partite giocate contro la seconda e la terza (l’ultima, contro l’AIK in casa, nel prossimo turno, sarà ormai ininfluente) ha vinto tre volte su tre.

L’impresa, forse decisiva, è stata passare sul campo del Djurgården nei minuti di recupero, e in inferiorità numerica: una prova di grandissimo carattere. Alla quale, però, hanno fatto eco le steccate delle quali scivevamo sopra. Insomma, luci e ombre, sufficienti per vincere in patria, ma che non bastano oltreconfine. E qua, invece, vogliono tornare nell’Europa che conta.