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Foto sito ufficiale FC Lugano

C’era sempre, in fondo, nelle scorse settimane, qualche giustificazione valida per i risultati negativi del Lugano: ieri, invece, le scuse sono finite. Si veniva da una lunga sosta, che aveva permesso ai giocatori di lavorare bene, e di scaricarsi dopo la serie negativa che aveva caratterizzato il mese di settembre. Invece, al di là del risultato (perdere con il Basilea, in fondo, è nell’ordine delle cose), la prestazione è stata davvero deludente.

Le parole di Tami, a fine partita, sono state eloquenti. Forse per la prima volta, in stagione, il tecnico non ha difeso la squadra, che è stata accusata (perlomeno in almeno quattro-cinque dei suoi elementi) di non avere la giusta mentalità per giocare nel massimo campionato di calcio svizzero. Difficile dire cosa si potesse salvare ieri: abbiamo voluto premiare (si fa per dire), nelle nostre pagelle, l’impegno di qualcuno perché, dal punto di vista del rendimento, non si è salvato praticamente nessuno.

Il Lugano non è stato fortunato: nel primo quarto d’ora, un paio di percussioni di Marzouk potevano avere migliore sorte, in particolare un pallone rasoterra dalla destra che ha attraversato tutta l’area, senza che nessuno lo deviasse nella rete avversaria. Chissà, forse passare in vantaggio avrebbe dato una scossa ai bianconeri; certo, tutti abbiamo ancora in mente il bel gol di Bottani contro la Steaua in Europa League al quale, però, i ticinesi non sono riusciti a dare seguito. Ci sono state, in questo inizio stagione, sconfitte e pareggi con buone prestazioni, la sfortunata interruzione contro il San Gallo con la squadra in vantaggio 1-0, dopo un gran bel primo tempo. Ora, però, tutto il buono fatto vedere sembra essersi dissolto come neve al sole.

E adesso? La situazione è, oggettivamente, difficile. Per avere il quadro completo, bisognerà aspettare i tre risultati di oggi: però, la vittoria di ieri sera del Losanna con la capolista Young Boys non è certamente un risultato favorevole per i ticinesi. Tuttavia, è proprio il cammino dei romandi, nell’ultimo mese, da prendere come esempio: la squadra di Celestini, partita malissimo, toccato il fondo, è ripartita. Presupposto è stata la rinnovata fiducia all’allenatore da parte della società: Renzetti ha fatto qualcosa del genere con Tami, ma forse serve un’asse forte proprio tra i due, in questo momento, per scuotere il gruppo.

Non sappiamo cosa accada nello spogliatoio, se si sia o meno formato un gruppo contrapposto a un altro. Ieri sera, per esempio, abbiamo notato che, nell’undici iniziale, non c’era neppure un giocatore balcanico: solo una coincidenza, probabilmente. Sicuramente, però, le esclusioni sono state di natura tecnica, fermo restando che a giocare sottotono sono stati un po’ tutti. Mariani ha, perlomeno, riprovato qualche conclusione da fuori area: Sabbatini non è invece riuscito a incidere, anche se la sfortuna gli ha negato una rete che, forse, avrebbe potuto dare una scossa alla squadra, riaprendo l’incontro.

In conclusione, come scrivevamo sopra, al gruppo serve un terremoto. Può darlo Tami? Secondo noi si, nel momento in cui (se ci fosse qualcuno che gli gioca contro) venisse detto che l’allenatore rimarrà comunque, come accaduto a Losanna. Vero, Renzetti lo ha fatto: ma ancora ieri si parlava comunque di possibile esonero. Invece, l’asse dovrebbe essere inattaccabile.

Per fortuna, in Svizzera basta poco per ritrovare una classifica tranquilla, e l’esempio (come scrivevamo sopra) è proprio il Losanna: il 19 agosto, i romandi incassarono cinque reti a Thun. Quarta sconfitta consecutiva, ultimo posto in classifica, bufera sul Lemano. La società prese posizione, chiara, in favore di Celestini: da quel momento, sei risultati consecutivi (compreso una vittoria a Basilea e quella, di ieri sera, in casa contro la capolista Young Boys). Morale: sesto posto (provvisorio) in classifica, a cinque punti di vantaggio sui ticinesi. Ecco: questi sono i risultati di una scossa. Cambiare l’allenatore non è sempre la medicina: e il Pres, navigato uomo di calcio, queste cose le sa. Giovedì c’è l’Europa League, e domenica il Sion al Tourbillon: saranno partite dure, e molto importanti. Per uomini veri.