La coppa della vita
2012. A Medinah, country club fuori Chicago, vengono venduti 240.000 biglietti per la Ryder Cup di golf, manifestazione nella quale, ogni due anni, una squadra di golfisti americani sfida una di golfisti europei.
Una scuola lì vicino, per la precisione la Lake Park High School, prestò il suo parcheggio all’organizzazione, facendosi pagare 415.000 dollari. Quasi mezzo milione di dollari. Per affittare un parcheggio, solo per la settimana dell’evento.
Due anni prima, in Galles, c’era stata l’edizione precedente. L’indotto, per il Paese, crebbe nella sola settimana della Ryder di circa 85 milioni di sterline.
Abbiamo rischiato davvero di perdere tutto questo. Il golf club Marco Simone di Roma ospiterà la Ryder Cup del 2022, ma la strada per ottenerla è stata lastricata di bombe autolesioniste e qualche inganno di troppo. I 120 milioni stanziati per la sua realizzazione sono stati tirati su per vie politiche più che sportive, e di questo non voglio occuparmi. Rimangono le polemiche, perché per un periodo, risalente a circa un anno fa, la Ryder Cup sembrava essere l’ennesimo magna-magna del tutto italiano. Figlio del populismo e del sospetto, che in questa nazione si sbaglia raramente, ma che questa volta era condita da qualche pregiudizio di troppo sullo sport in questione.
Un bel mix, disinnescato facilmente da un conto matematico banale. 85 milioni di sterline del 2010 e 120 milioni di euro del 2016. Possiamo concludere che, solo con l’indotto che farà, l’Italia può ripagarsi quanto stanziato sinora? Il Galles è bellissimo, ma genera tanto indotto quanto Roma, tra le città più belle e frequentate del Mondo? Ok, diciamo che quei 120 milioni li abbiamo già ripianati.
Con il conto virtualmente a zero – sono pressapochista, tranne nelle cifre riportate – consideriamo che mancano cinque anni. E che da qui ad allora ci sono molte occasioni, per ognuno di noi, di riempire il Marco Simone, di generare interesse, di insegnare il golf. Insomma, di andare in positivo, corruzione o meno!
La regione Lombardia si è ripresa il 74esimo Open d’Italia, iniziato giovedì scorso e in pieno svolgimento in queste ore, dopo che il Piemonte non era riuscito a farsi dare mezzo milione di euro per ospitarlo invece vicino a Torino. E pensare che il torneo italiano è entrato quest’anno nella Rolex Series, insieme di tornei dello European Tour che vede un montepremi a tappa di 7 milioni di euro, il più alto in Europa.
Questa settimana il golf club Milano, sito nel parco di Monza, vede dunque avvicendarsi sul tee della buca 1 alcuni tra i migliori golfisti al Mondo, attirati dal lauto compenso: Tommy Fleetwood, gli italiani Francesco Molinari e Matteo Manassero, Padraig Harrington, Lee Westwood, ma soprattutto Sergio Garcia, vincitrice a maggio dell’Augusta Masters e Jon Rahm, 22enne numero 5 al Mondo.
Il golfista di Barrika, vicino Bilbao, è il nome più atteso. In grado di trionfare quest’anno a Torrey Pines, è americano d’adozione e formazione golfistica. Ha finito 11 eventi nei primi dieci nel 2017, anno della sua consacrazione.
È lì, a Monza, si può avvicinare, vedere come gioca da pochi metri, seguire. Lui stesso lo fece: come ricordato in conferenza stampa mercoledì, si avvicinò al golf quando la Ryder Cup (proprio lei) fu giocata in Spagna.
Lo stesso potrebbe accadere a vostro figlio o vostro nipote.
Quindi, se non vi convincono le cifre, vi convinca almeno la prospettiva di tifoso: vi piacerebbe un italiano primeggiasse tra qualche anno come fa Jon Rahm? Avete il potere di contribuire, ed è gratis.
Gratuita, infatti, è l’entrata anche quest’anno al golf club Milano. I migliori golfisti d’Europa vi aspettano. Noi ci saremo, con dirette Facebook sulla pagina di MondoSportivo e sul suo canale Twitter, oggi e soprattutto domani, domenica, giorno del gran finale.
Il movimento del golf sta vivendo in Italia una fase a dir poco decisiva. Non si vuole sfruttare la Ryder Cup per fare un po’ di fatturato e poi chiudere tutto, ma usarla da volano per uno sport che in America è il più giocato di tutti e che in Gran Bretagna è quello meno costoso. La Federazione Italia Golf sta facendo di tutto – sul lato media ve lo possiamo garantire – per assicurare una copertura adeguata a questo Open d’Italia e a quelli futuri.
Per una crescita che vada al di là del vile denaro.