Messi si carica sulle spalle quarantatré milioni di argentini e porta l’Albiceleste ai Mondiali con una tripletta a coronamento di una prestazione da fuoriclasse assoluto. Dopo che il gol di Ibarra al 1’ aveva portato in vantaggio l’Ecuador, il numero dieci scaccia la paura trovando la via della rete all’11, al 18’ e al 62’. Risposta chiara a tutti quelli che lo accusavano di non essere decisivo con l’Argentina, forse perché non ne avevano viste le partite. In quella col Perù per esempio Messi è stato l’unico ad aver giocato in una squadra ferma e impietrita dalla paura. Sampaoli non ha cambiato la sua idea, come sempre in carriera, decidendo di far “accompagnare” Messi a Benedetto e Salvio in attacco. Il fenomeno del Barcellona ha illuminato la serata nel freddo di Quito, in cui si è rivisto per la prima volta da tempo un Di María all’altezza del suo talento. L’Argentina resta una squadra mediocre in tre reparti su quattro, piuttosto scarsa in difesa e senza terzini. Ha però grandi nomi in attacco e uno dei più forti giocatori della storia del calcio. Sicuramente in Russia ci saranno formazioni più forti e attrezzate, ma, come detto da Sampaoli nel post partita, il calcio deve un Mondiale a Messi.
Il tracollo sudamericano è così quello del Cile, che, dopo aver vinto due volte consecutivamente la Copa América (2015 e 2016) fallisce abbastanza clamorosamente la qualificazione in Russia. Risultato che ha portato alle immediate dimissioni di Pizzi. L’allenatore argentino non ha mai entusiasmato sinceramente, ma la vittoria della Copa América Centenario ai calci di rigore contro l’Argentina, l’ha reso difficilmente sollevabile dall’incarico in tempi utili per evitare il tracollo. Il Brasile in questo momento è troppo forte per una Roja apparsa stanca e senza più idee nell’ultimo anno. 3-0 che ci sta tutti quindi per i verdeoro, con i gol di Paulinho e la doppietta di Gabriel Jesus. Quarantun punti fatti dai brasiliani (dieci in più dell’Uruguay secondo), con Tite che si conferma condottiero straordinario di una squadra che in Russia sarà tra le favorite, se non La favorita. Mai come negli ultimi dieci anni infatti il Brasile ha avuto una squadra così forte e completa in tutti i reparti, con una difesa solida e un attaccante come Gabriel Jesus che non si vedeva dai tempi di Ronaldo ormai. Il Cile dovrà ripartire con un ricambio generazionale e un nuovo allenatore in vista della Copa América 2019.
Bastava il minimo sforzo all’Uruguay per strappare il pass contro la Bolivia. Obiettivo raggiunto grazie al 4-2 maturato grazie alla doppietta di Suárez e alle reti di Cavani e Cáceres. La Celeste chiude così il girone al secondo posto e giocherà il suo terzo Mondiale consecutivo.
Anche la Colombia si prepara per il viaggio. Bastava un punto, complici le contemporanee sconfitte del Paraguay contro il Venezuela e del Cile contro il Brasile, ai Cafeteros sul campo del Perù per festeggiare. Punto che è arrivato grazie all’1-1 finale, con vantaggio di Rodríguez e pareggio dell’eterno Guerrero. Il Perù può comunque essere soddisfatto per aver fatto benissimo nella seconda parte del girone di qualificazione e si giocherà ora le sue carte nello spareggio contro la Nuova Zelanda.
RISULTATI
Brasile-Cile 3-0 55’ Paulinho, 57’, 90’ Gabriel Jesus
Ecuador-Argentina 1-3 1’ Ibarra (E), 11’, 18’, 62’ Messi (A)
Paraguay-Venezuela 0-1 84’ Herrera
Perù-Colombia 1-1 56’ Rodriguez (C), 76’ Guerrero (P)
Uruguay-Bolivia 4-2 24’ aut. Silva (B), 39’ Cáceres (U), 42’ Cavani (U), 60’, 76’ Suarez (U), 79’ aut. Godin (B)
CLASSIFICA: Brasile 41, Uruguay 31, Argentina 28, Colombia 27, Perù 26, Cile 26, Paraguay 24, Ecuador 20, Bolivia 14, Venezuela 12
In grassetto le squadre qualificate, il Perù giocherà lo spareggio contro la Nuova Zelanda