Home » Chi vuole (ri)diventare grande

Copyright Marina Treggia / Per gentile concessione dell'autrice

Fortitudo Bologna, Virtus Roma, Pallacanestro Treviso e Mens Sana Siena.
A un appassionato reduce, magari, da qualche anno dall’altra parte del mondo può sembrare un poker di nomi destinato a giocarsi le semifinali scudetto oppure – se vogliamo stare più sul recente – la Supercoppa a 4 con l’attuale formula.

Passi l’Olimpia Milano, che nel palmarès ha comunque però anche un buco mica da niente, ma Venezia, Sassari e Trento il nostro esule di cui sopra le avrebbe abbinate, al massimo, a una Final Four di Coppa Italia di Legadue. Figurarsi ai playoff scudetto o la Supercoppa, per non parlare delle coppe europee.

Questo per dire che siamo noi – in fin dei conti – l’esule.
Di tanto in tanto, anche se alle regine del basket di questo decennio vogliamo bene, ci manca l’aria se pensiamo alla Fortitudo di Myers, o alla Benetton di Edney, la Virtus Roma finalista con Bodiroga, la Siena degli scudetti e delle Final 4 di Eurolega.

Non è facile ma – nel suo piccolo – ci ridà respiro la A2, che inizia oggi.
Le grandi piazze sono (anche) lì e il tifo, quello vero, non bada alle categorie. Se lo scorso la ‘serie cadetta’ ci ha fatto fare pace con la pallacanestro restituendoci i Derby di Basket City, quest’anno restano importanti i nomi in lizza: oltre alle 4 regine (anche loro!) di cui sopra, ecco Montegranaro, Roseto, Viola Reggio Calabria, Biella. Ma anche Jesi, Forlì, o l’esperimento Cagliari Dinamo Academy.

La carne al fuoco è tanta e le denominazioni – causa crisi e rifondazioni societarie, ecc. – tradiscono vicissitudini e voglia di rinascere insieme: diamo una chance a questa Serie A2 e non solo perché, in un motto anche abusato, è il ‘campionato degli italiani’: è il campionato, in verità, di chi vuole diventare grande. O tornare a esserlo.