Östersund, la favola continua: battuto anche l’Herta Berlino
L’ultima partecipazione di una squadra svedese a una competizione europea, ce la ricordiamo bene: quella del Malmö in Champions League dove, due stagioni fa, la squadra biancoceleste raccolse sconfitte e umiliazioni anche piuttosto pesanti (memorabile un 8-0 subito al Santiago Bernabeu, e sul quale i colleghi spagnoli ironizzarono parecchio, definendo i componenti della compagine svedese “falegnami vestiti da calciatori, anziché con la tradizionale camicia a quadri”).
Avranno pensato lo stesso, il mese scorso, al sorteggio, i dirigenti di Herta Berlino e Atlético Bilbao: sei punti sicuri, in un girone “arricchito” dalla presenza dello Zotya, squadra ucraina, non certo di prima fascia. Le cose, invece, stanno andando diversamente: logico che, con quattro partite ancora da giocare, e 12 punti in palio, la situazione sia ancora ampiamente recuperabile, sia per i tedeschi che per gli spagnoli. Però, per adesso, la classifica del girone vede gli svedesi a punteggio pieno, e spagnoli e tedeschi al terzo e quarto posto, con una sola lunghezza.
L’Östersund, quindi. Ieri, ai rossoneri, è bastata una sola rete, messa a segno da Nouri al 22′, su calcio di rigore concesso dall’italiano Banti, per fallo di mano di Lustenberger, per risolvere la contesa a proprio favore. Pensare che i berlinesi erano partiti benissimo, dopo aver preso un groso spavento per un colpo di testa di Gero al 5′, di poco alto sopra la traversa, rischiando di segnare in un paio d’occasioni: al 7′, salvataggio di Pettersson sulla linea, dopo che l’estremo difensore degli svedesi aveva fatto il miracolo su conclusione a botta sicura di Esswein. 6′, tedeschi ancora sugli scudi: tuttavia, il colpo di testa di Lazaro, su traversone di Weiser, trova ancora adeguata risposta del portiere rossonero. Sulla ribattuta, Ibišević speca, tirando addosso a Mukiibi.
Nella ripresa, la partita resta bella, con i padroni di casa a coprirsi, grazie al loro 4-4-2 da battaglia, e i berlinesi a cercare il pareggio. Si distingiono, tra i padroni di casa, Ghoddos, capace di palleggiare, consentendo alla squadra di rifiatare alzando il baricentro, e un generoso Gero, sostenuto da Mukiibi. I berlinesi ci provano, spingono, ma manca loro la precisione. Tuttavia, al 55′, su calcio piazzato, sono i rossoneri ad avere la palla buona per il raddoppio, ma Kraft dice di no a Somi. I tedeschi hanno altre frecce al loro arco; tuttavia, gli svedesi reggono, anche se con fatica, e aiutati anche da quel pizzico di buona sorte che aiuta sempre gli audaci, nel calcio come nella vita. Sul finire dell’incontro, le squade si allungano, la precisione delle trame di gioco ovviamente cala, e l’Östersund riesce così a chiudere la partita, vincendo con un gol di scarto.