La sconfitta del Lugano, ieri sera, è stata tutto sommato meno amara di quelle subite in campionato: i rumeni sono apparsi, francamente, superiori, perlomeno nei momenti che contavano della partita. Tami ha provato a cambiare qualcosa; e, infatti, nella prima frazione, le cose hanno funzionato. A parte il gol, i ticinesi hanno tenuto il campo abbastanza bene, hanno creato occasioni (clamoroso il palo di Mariani), fatto delle ripartenze interessanti (in una di queste, Bottani avrebbe potuto anche raddoppiare). La differenza l’hanno fatta il ritmo dei bianconeri, e un atteggiamento mentale sbagliato da parte della Steaua Bucarest, scesa in campo con troppa sufficienza, sottovalutando gli svizzeri.
Nella ripresa, le cose sono cambiate: i rumeni, più esperti, e con un tasso di classe superiore, hanno alzato il ritmo. Grazie a una disposizione sul terreno di gioco che dava loro la superiorità a centrocampo, hanno preso in mano l’incontro, girandolo a loro favore nel giro di una manciata di minuti. Il generoso sforzo degli padroni di casa per raddrizzare la partita, nonché le sostituzioni operate dall’allenatore, non sono riusciti nell’intento.
Al fischio finale, Tami ha commentato così la partita (fonte: FC Lugano) “Nella ripresa, abbiamo avuto dieci minuti difficili. Non abbiamo retto l’urto degi avversari, non so se per merito loro o demerito nostro. Ho riscontrato problemi sulle fasce, fermo restando che ci mancano forse malizia ed esperienza, che aiutano a superare certi frangenti. Non ho avuto il tempo di cambiare i laterali: vedevo i terzini della Steaua spingere, e loro soffrire. Nel primo tempo avevamo fatto bene, e non pensavo che saremmo andati in difficoltà da subito. Purtroppo, la squadra non è stata in grado di supportare gli elementi andati in affanno. Non ho cambiato subito perché, volte, è meglio aspettare che passi il momento di grande intensità degli avversari, per poi riprendere a tessere le trame di gioco: cambiare può essere deleterio, perché poi non hai più altre possibilità di intervenire. Purtroppo abbiamo subito i due gol in sei minuti, e questo ha complicato tutto. C’è stato anche un calo fisico: qualcuno, probabilmente, non può reggere ogni tre giorni 90′ ad alta intensità. Ho sostituito gli esterni per questo motivo.”
Decisamente più critico il presidente Renzetti, ai microfoni di Nicolò Casolini della RSI: “Non siamo stati capaci di gestire un momento difficile a inizio ripresa: loro sulla destra facevano ciò che volevano, ma non sono stati presi provvedimenti, non sono stati fatti cambi. Ci complichiamo la vita da soli, e questo non lo capisco e continuo a non farlo. Dovremmo avere, a volte, la capacità di buttare il pallone in tribuna, in certe situazioni.”
Situazione difficile, insomma. La sensazione, al termine di questo “Settembre (bianco)nero”, è che la rosa non sia soddisfacente, più che altro per ciò che riguarda le seconde linee, indispensabili in un momento così intenso. Renzetti ha invocato dei cambi. Secondo noi, però, non c’erano molte alternative. In mezzo, Mariani (ma soprattutto Sabbatini), nell’arco dei 90′, hanno reso al di sotto delle loro possibilità. Intendiamoci: il primo ha fatto un buon primo tempo. Però, nella ripresa, soprattutto in fase difensiva, quando il fisico lo ha abbandonato, è stato surclassato dagli avversari, i quali erano tra l’altro in superiorità numerica in mezzo al campo. Il capitano ha perso tanti palloni, e ha faticato in fase d’impostazione.
Davanti c’è un problema, al di là di quello che si possa pensare delle squadre che fanno risultato senza schierare punte di ruolo. Bottani è partito benissimo, crediamo sia il partner migliore per Gerndt, con una squadra disposta in questo modo. Tuttavia, a un certo punto è calato fisicamente, lasciando lo svedese a fare reparto da solo. I cambi, invece, non sono stati all’altezza. Ledesma, nonostante i piedi buoni, appare un elemento ormai inadeguato per questi palcoscenici. Marzouk è volenteroso, con qualche numero, ma inesperto. Milosavljević e Čulina hanno deluso, anche se per gli ultimi due c’è l’alibi dei pochi minuti giocati finora. Daprelà ha fatto un buon primo tempo, calando nella ripresa, come gli altri.
In conclusione, serve una reazione forte, già da domenica a Zurigo. Però, la nostra idea è che la rosa sulla quale sta lavorando Tami stia rendendo, per ora, in modo inferiore alle attese. Ci sono tanti giocatori che corrono meno da dopo la sosta per le nazionali: anche qua, bisogna capire se è un momento transitorio. Se le cose miglioreranno, significherà che si è trattato di un momento passeggero, dovuto a tanti fattori; ma, in caso contrario, bisognerà porsi altre domande, anche scomode. E le risposte, quelle inappellabili del campo, potrebbero non piacere a tante persone.