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Milan, Suso rinnova ma ancora non ingrana

La notizia di giornata in Serie A è quella relativa al rinnovo contrattuale tra il Milan e Jesús Joaquín Fernández Sáenz de la Torre, in arte Suso: la nuova dirigenza cinese è riuscita a gestire al meglio un’altra delle patate bollenti ereditate dalla precedente gestione Berlusconi, raggiungendo l’accordo col giocatore per prolungare il proprio rapporto professionale.

L’ex Liverpool e Genoa vestirà rossonero fino al 30 giugno 2022, col suo contratto che è stato adeguato anche economicamente: con Montella in panchina lo spagnolo è letteralmente esploso, risultando più volte decisivo e togliendosi diverse soddisfazioni, come la doppietta all’Inter nel derby giocato lo scorso novembre.

Insomma, il talento del giocatore non si discute, in quanto da esterno destro si è dimostrato tra i migliori interpreti del suo ruolo anche nella stagione appena iniziata, essendo cresciuto molto (soprattutto in termini di continuità) e risultando decisivo nelle prime uscite della squadra meneghina realizzando nelle prime due giornate di campionato due gol e due preziosi assist per i compagni.

Dopo la disfatta con la Lazio è arrivata la drastica decisione di Montella di cambiare modulo, passando dal 4-3-3 a quel 3-5-2 capace di esaltare ancor di più Bonucci e i due esterni Rodríguez e Conti: dal 14 settembre scorso, data in cui per la prima volta si è cambiato il modo di stare in campo, nonostante abbia anche segnato il calciatore iberico nel 5-1 rifilato a domicilio all’Austria Vienna, è scoppiata quella che potremmo benissimo definire la “granaSuso.

In sporadiche circostanze già lo scorso anno abbiamo assistito al passaggio al 3-5-2 da parte di Montella, con Suso che in tali occasioni è stato impiegato da mezzala e non, come nelle ultimissime partite, da seconda punta, ruolo che peraltro ha già ricoperto qualche anno fa nel Genoa di Gasperini, disimpegnandosi molto bene e rivelando al calcio italiano sprazzi di quel talento poi definitivamente esploso nella sua seconda parentesi in maglia rossonera.

Nelle ultime (ma prime col nuovo modulo) gare, nonostante i risultati positivi per la squadra eccetto la sconfitta maturata con la Sampdoria, lo spagnolo non è riuscito ancora a calarsi nella sua nuova dimensione, quella di seconda punta: dovrebbe essere considerato, come suggerito più volte dal tecnico dei rossoneri, quasi un trequartista, che funga da raccordo tra il centrocampo e la prima punta, ma nonostante ciò in realtà il giocatore è parso spaesato, quasi che abbia perso le sue doti offensive, rendendosi protagonista di diversi errori nella gestione della palla e rifugiandosi nei momenti di difficoltà proprio sulla destra, suo habitat naturale, non coprendo le zone di campo di sua competenza.

Possibile sentenza definitiva: Suso non è adatto a giocare nel 3-5-2 da seconda punta.

Sappiamo che effettivamente non è così (per vari motivi, visto che parliamo di un calciatore che già da destra tendeva ad accentrarsi spesso e volentieri) e che ci vorrà tempo per ingranare, così come per tutto il Milan, squadra, per così com’è fatta, che è stata assemblata solo negli ultimi tre mesi: tempo al tempo, le individualità ci sono ma Montella ha bisogno di lavorare serenamente per poter raggiungere gli obiettivi fissati dalla nuova dirigenza cinese, che si aspetta dei risultati positivi dopo i recenti investimenti, rivalorizzando anche Suso, che nel tandem offensivo meneghino ha tutte le carte in regola per imporsi e giocare tranquillamente con i vari Kalinić, Silva e Cutrone e che ha bisogno soprattutto di ragionare in maniera leggermente diversa a fronte dei nuovi compiti tecnico-tattici che gli sono stati affidati.