Home » La rivincita del condottiero silenzioso

Marco Iacobucci EPP / Shutterstock.com

Il convincente avvio di campionato della Sampdoria, ancora a secco di sconfitte in queste prime sei giornate (anche se all’appello manca il match casalingo contro la Roma, rinviato a dicembre), porta l’indiscussa firma del suo allenatore, Marco Giampaolo. Un tecnico in passato considerato come un predestinato ma la cui vita calcistica sembrava definitivamente appassita qualche anno fa, con la discesa in Lega Pro alla guida della Cremonese. “Sì, è bravo, ma manca di polso”, era l’opinione comune della maggior parte degli addetti ai lavori. “Non può allenare ad alti livelli in Serie A, non ha personalità”, dicevano altri. Ma la storia, come spesso accade, cambia repentinamente le carte in tavola e permette ai protagonisti, passato il momento di difficoltà, di voltare pagina e riscattarsi pienamente.

Anche Marco Giampaolo fa parte di coloro che si sono presi una rivincita col mondo. Lui, che anni fa sembrava in procinto di passare alla Juventus, alla ricerca della guida del dopo-Ferrara, ma che alla fine rimase col cerino in mano dopo la riconferma dell’ex terzino. Lui che, dopo questo abboccamento andato male, infilò una lunga serie di esoneri (Siena, Catania, Cesena, Brescia) e che, come dicevamo sopra, finì per accettare di scendere in Lega Pro. Adesso è facile parlare bene di Giampaolo, per le cose che sta facendo alla Samp: i risultati sono sotto gli occhi di tutti e gli danno ragione, senza se e senza ma. In poco tempo è riuscito a plasmare la squadra a sua immagine e somiglianza, sfruttando le caratteristiche tecniche dei suoi calciatori e facendogli comprendere, in fretta, i suoi metodi di allenamento. Ha rivitalizzato un ambiente scontento per il quindicesimo posto ottenuto nel campionato 2015/16 e, nel suo primo anno, ha migliorato la classifica di ben cinque posizioni.

Sicuramente Marco Giampaolo non è una persona eccessiva, fuori dalle righe. Al contrario, è sempre pacato nei suoi giudizi e sereno negli atteggiamenti. Nel calcio, però, la pacatezza viene spesso scambiata con mancanza di cattiveria agonistica o di personalità. A volte sono gli arroganti a essere considerati “vincenti”. Niente di più sbagliato. Non alzare la voce pubblicamente non significa prostrarsi a capo chino o, peggio, essere perdenti in partenza. A volte le imprese si possono compiere senza i fasti e le luci della ribalta. D’altronde ognuno ha il suo carattere e Marco Giampaolo è un condottiero silenzioso, uno che è riuscito a riemergere in un mondo che difficilmente ti dà una seconda possibilità. Ce ne fossero di allenatori così, alla Marco Giampaolo.