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La Lazio ferisce Pecchia:”È stato un passo indietro, è sacrosanto”

Fabio Pecchia commenta, in conferenza stampa, il pesante 3-0 subito contro la Lazio, una partita quasi mai in discussione: quasi perché, almeno fino al rigore di Immobile, i padroni di casa non si erano comportati malissimo. Ora, però, è inevitabile parlare di “passo indietro“:

Fino al gol abbiamo tenuto bene il campo e anche se abbiamo avuto le occasioni di ripartire non siamo stati convinti. Il secondo gol mi ha fatto arrabbiare più di tutti, la squadra non ha avuto la determinazione di fermare l’azione, Immobile ha vinto troppi rimpalli. Che la squadra abbia fatto un passo indietro è sacrosanto, dispiace perché mi aspettavo un passo avanti dopo la Sampdoria ma non è stato così“.

Pecchia deve rispondere poi alle inevitabili domande sul domani e sulla classifica: come raddrizzare questo Verona? Come sbloccare la situazione dei gol? Tante domande ma il mister gialloblù sembra conoscere una sola risposta, ovvero “convinzione“.

I numeri si possono interpretare ma alla fine sono sotto gli occhi di tutti. Io continuo a dire che perdere uno-a-zero o tre-a-zero cambia poco, certo, incide sul morale. Io devo continuare a lavorare sulla fiducia sull’autostima dei ragazzi. Fa piacere che la squadra non venga presa di mira e mi rendo conto che all’esterno ci sia una negatività, ma se siamo riusciti a fare una prestazione contro la Sampdoria possiamo farla ancora“.

La classifica va guardata fino a un certo punto. Noi dobbiamo crescere, aldilà della lunghezza del campionato e della minima distanza fra le squadre in classifica. In una situazione del genere, dove si vede tutto nero, e me ne rendo conto, devo continuare a lavorare su autostima e fiducia dei ragazzi“.

Per fare punti bisogna fare gol, per vincere partite bisogna segnare. Questo è il numero che da più fastidio e sul quale bisogna lavorare. In serie A ci sono occasioni che bisogna sfruttare meglio. È chiaro che non si possano mettere tutti insieme gli attaccanti“.

Incisivo e inaspettatamente elegante sulla più classica delle domande: ma, dopo due punti, un gol fatto e quattordici subiti in sei partite, è il Torino la Sua ultima spiaggia?

La mia ultima spiaggia è stata contro il Napoli, la prima di campionato. Nel gioco delle parti bisogna saperci stare“.