In Russia la coppa non è affare per grandi
Le sedici rappresentanti della massima serie russa hanno esordito in questi giorni in Kubok Rossii, la coppa nazionale. Ben dieci sono già state eliminate.
Ecatombe annunciata. E prevedibile, visto quando accade ogni anno in questo torneo. Comprensibile per alcuni fattori, sconcertante per altri. Analizzare una competizione come la coppa di Russia è davvero complicato, un po’ per la formula, un po’ per le velleità delle partecipanti, ma in molti dimenticano i benefici che può portare questo torneo: con sole cinque vittorie, in gare peraltro molto diluite durante la stagione (due quest’anno, tre nel 2018), ci si porta a casa un trofeo, i gironi di Europa League e la possibilità di giocare la finale di Supercoppa di Russia. Davvero, tranne le quattro squadre impegnate su tre fronti, era così necessario affrontare questo turno con così tanto turn over? Perchè i cosiddetti outsider, che puntano sempre a terminare la stagione raggiungendo un posto in Europa, snobbano in maniera così drastica una via nettamente più semplice per ottenere peraltro di più di un prestigioso quarto o quinto posto in classifica?
Sono quesiti che ogni anno si ripetono, ma ai quali i vari club di RPL non rispondono mai. Come detto, le big possono essere giustificate, non è un torneo così importante nella loro stagione (ma lo può diventare, e il successo dello Spartak a Krasnodar ha evitato altri scricchiolii alla panchina di Carrera) e sono impegnate anche in una logorante competizione europea. Non hanno alibi le altre, anche le squadre che puntano a salvarsi e vedono come un impedimento un torneo di pochissime partite: davvero fa così poco piacere portarsi a casa un titolo? A Krasnodar, a quanto pare, sì, ma anche a Grozny, con le loro compagini uscite con le ossa rotte dalle rispettive trasferte siberiane. L’eccezione a questa regola è stata rappresentata negli anni dalla Lokomotiv, onesta nell’accettare i propri limiti sulla lunga distanza e capace di imporsi per ben due volte in coppa di Russia.
Su sedici squadre nemmeno la metà è riuscita a qualificarsi, con alcune uscite di scena illustri. Il CSKA è stato a tratti imbarazzante sul campo dell’Avangard Kursk, la Lokomotiv, campione in carica, non ha pescato bene e a Samara ha patito una sconfitta che sulla carta ci sta. Discorso diverso per lo Zenit, uscito sconfitto nel derby con la Dinamo San Pietroburgo: perdere con una squadra di serie B, per giunta privata del fattore campo (si giocava allo stadio Krestovskij) è inaccettabile, e la prematura espulsione di Mevija non allevia le colpe. E’ stata una grossa figuraccia, anche perchè le gerarchie cittadine sono state clamorosamente sovvertite da una squadra composta anche da alcuni scarti dello Zenit. Completano il quadro delle eliminazioni eccellenti le sconfitte della Dinamo Mosca (contro lo Spartak Nalchik di serie C!) e dell’Ufa ai rigori, senza dimenticare le già citate Krasnodar e Terek.
Questa centrifuga di incontri ha consegnato, a livello di ottavi un tabellone davvero aperto a tutti, soprattutto perchè le due principali favorite rimaste, Spartak Mosca e Rubin, si affronteranno nei quarti di finale. Ne consegue che avremo almeno una finalista sorprendente, in una parte alta che vanta tre compagini della massima serie, Rostov e Amkar, che si sfidano subito, e Ska Khabarovsk: questi ultimi hanno una chance clamorosa, visto che giocheranno in casa contro la Dinamo San Pietroburgo e poi, presumibilmente ancora in casa, contro una tra Avangard Kursk e Tambov. Nell’ultimo spicchio di tabellone, invece, per un posto in semifinale il Luch Vladivostok può dire la sua, dato che Enisey, Tom e Tosno sembrano alla porta. Ma anche qui, come per tutti gli altri incontri, la strada è aperta per tutti. Per la gioia delle provincie (che in Russia sono un po’ di più), che sognano non solo di alzare un trofeo, ma di portare l’Europa League, magari, ancora più a Est di quanto non sia stato già fatto. Il campionato russo è affascinante, controverso, quasi pazzo, ma la coppa di Russia lo è ancor di più. Fortunatamente.