Come un pittore, il Napoli continua a dare pennellate di colori sulla tavolozza verde del rettangolo di gioco. Cinque partite vinte con diciannove gol fatti e appena tre subiti. La media di quasi quattro reti segnate a incontro è di per sé impressionante, ma ancor di più è il dato dei gol incassati se rapportato a quello delle scorse stagioni. La fase difensiva azzurra è ormai un meccanismo ben oliato e capace di reggere la mole di gioco costruita dal reparto offensivo.
Tenere testa alla Juventus (univa vera e reale antagonista dei partenopei nella lotta Scudetto) fino alla fine sarà durissima, anche a livello psicologico, ma mai come questa stagione il Napoli ha le carte in regola per farlo. Anche per questo ci sono sembrate eccessive le critiche ricevute dopo la sconfitta contro lo Shakhtar in Champions League. I campani infatti, seppur con grandi possibilità di andare avanti in Europa, non possono lasciarsi sfuggire nessun punto per strada in campionato.
Contro la Lazio, il dipinto è stato realizzato in appena cinque minuti, con i tocchi di Koulibaly, Callejón e Martens (il cui gol, simile a quello che segnò Vieri con la maglia dell’Atlético Madrid, resterà nelle cineteche del campionato) che hanno disegnato il prato dell’Olimpico. Il belga ha iniziato la nuova stagione esattamente come aveva finito la scorsa. Cinque reti in cinque partite per quello che Sarri ha definito un “animale affamato di gol”.
Il Napoli ora farà visita alla SPAL e poi ospiterà il Cagliari al San Paolo, ma i riflettori sono già puntati alle super sfide che dopo la sosta per le Nazionali vedranno i campani affrontare prima la Roma all’Olimpico e poi l’Inter al San Paolo. Un uno-due che ci dirà molto sulla “nuova” concretezza napoletana.
La bellezza delle giocate messe in scena ogni partita da Insigne e Martens è degno di un quadro di Monet ed è impossibile non fermarsi ad ammirare gli autori di queste splendide opere.
La domanda che tutti si pongono è se questa volta il Napoli potrà durare fino alla fine, anche se spesso ci si dimentica che in realtà i problemi dei partenopei sono stati nella prima parte di stagione. Questa squadra ha imparato a vincere anche partite giocate non al meglio (Atalanta e Bologna), a ribaltare risultati avversi (Atalanta e Lazio) e a tenere alta la concentrazione in ogni frangente. Anche quando ha in mano il pallino del gioco, sembra essere molto più concreta di altre occasioni. Tutto sembra girare alla perfezione, dalla difesa al centrocampo per finire ovviamente con l’attacco. Anche quando la squadra va sotto, sembra ora essere consapevole di poter ribaltare i risultato con pazienza e senza snaturarsi. Insomma, questo Napoli è un quadro in cui ognuno dà una sua pennellata decisiva per la bellezza dell’opera nel suo insieme.
Vista la pochezza delle squadra di bassa classifica, mai come quest’anno saranno decisivi gli scontri diretti per la classifica finale. Per il Napoli sarà fondamentale, anche emotivamente, presentarsi quindi alla partita dll’1 dicembre al San Paolo contro la Juventus almeno a pari punti con i bianconeri.
Per arrivare a quel giorno ci sono però ancora tanti quadri da riempire e i pittori partenopei sono pronti a colorarli con le loro pennellate; in attesa di poterli esporre in un museo insieme a quello che tutta una città aspetta da troppo tempo.