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Tramezzani, la cucina emiliana in Vallese non piace

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Paolo Tramezzani, ex tecnico del Lugano, con un passato da vice allenatore in Albania insieme a Gianni De Biasi, non se la sta passando proprio bene, a Sion. Come ben sappiamo, in Vallese alla Coppa svizzera ci tengono parecchio (13 vittorie complessive, 14 volte finalisti, due volte negli ultimi tre anni). E l’eliminazione contro una squadra di Prima Lega Promotion (Terza Categoria elvetica, la nostra Serie C) ha dato parecchio fastidio al “Psident” Constantin.

I colleghi del Blick, quotidiano in lingua tedesca di Zurigo, universalmente riconosciuto il più importante della Svizzera, lo hanno raggiunto per un’intervista. “Se ho dormito bene dopo una tale vergogna? Non esattamente”. Questo è stato l’esordio del massimo dirigente biancorosso, che ha un passato di mangia allenatori piuttosto simile a quello del nostro Zamparini, al quale è stato accostato più volte (in maniera impropria, secondo noi: ma è un’opinione personale).

L’inattesa eliminazione dei romandi dalla Coppa svizzera non è però il primo fiasco dell’ex giocatore di Inter e Pro Patria: sul suo attuale curriculum pesano infatti una bruciante eliminazione in Europa League da parte dei lituani del Sudova (a loro volta, poi, battuti nel turno successivo dai bulgari del Ludogorets: non proprio uno squadrone, insomma) e, soprattutto, le ultime cinque partite in campionato, dove i biancorossi hanno portato a casa la miseria di due punti. L’ultima vittoria degli uomini di Tramezzani risale infatti al 30 luglio (0-1 a Losanna).

Constantin ha poi sparso sale sulle ferite, con il sarcasmo che lo contraddistingue: “Abbiamo perso contro una squadra che, in classifica, è dietro alla nostra U21: il fatto è che considero la nostra U21 abbastanza scarsa”. Tramezzani, quindi, rischia? Il massimo dirigente vallesano ha continuato sullo stesso registro: “È come quando ti sposi, e torni dal viaggio di nozze. Tua moglie si mette ai fornelli, e scopri che non sa cucinare. Il divorzio, a quel punto, è inevitabile, a meno di non trovare soluzioni. La mia, è quella di iscrivere a un corso di cucina la sposa, per salvare il matrimonio.”

“Le Président” è in realtà uomo pratico (del resto, in caso contrario, non sarebbe diventato un imprenditore di successo): Tramezzani al Tourbillon è stato un investimento economico non di poco conto, anche per una società con un ricco budget come quella vallesana, essendo arrivato a Sion con ben tre assistenti. Ora, davanti a tecnico e staff, ci saranno tre sfide in sei giorni: giovedì il Lugano a Cornaredo e poi due partite casalinghe, domenica contro lo Young Boys capolista e, il mercoledì successivo, il sentito derby con il Losanna. “Tramezzani sa di avere commesso degli errori, non si nasconde, e sta lavorando; tra nove giorni ci sarà una nuova pausa, e vedremo dove saremo, e se sopravviverà.” ha chiosato Constantin.

Cosa ha sbagliato Tramezzani finora? Forse ha sopravvalutato la propria conoscenza del calcio svizzero (dove ha lavorato, in fondo, solo tre mesi), e ha pesato in modo errato la propria esperienza in Ticino. Il Lugano dello scorso anno era un gruppo amalgamato, con dei riferimenti precisi, e al quale è stato aggiunto, nel girone di ritorno, un finalizzatore formidabile come Sadiku, che è andato ad affiancarsi a un altro giocatore d’attacco di classe come Alioski. Certo, il tecnico ha avuto la felice intuizione di far giocare la squadra bianconera sfruttando il gioco di rimessa, potendoselo permettere grazie ai due davanti, e a una difesa con due centrali di qualità.

Quel Lugano, però, aveva un limite: quando doveva fare gioco, andava un po’ in crisi. È accaduto con il Thun, superato a Cornaredo con qualche affanno, e con il Lucerna, che ha sbancato Cornaredo nell’ultima giornata, con il thriller degli ultimi minuti, e i tifosi sugli spalti a seguire, sui telefoni, gli ultimi minuti di Sion-GCZ. Chiamato ad allenare una squadra dal primo giorno, con ambizioni di alta classifica, il tecnico emiliano, per ora, non è riuscito a trasmettere i dettami del proprio calcio al gruppo, peraltro profondamente cambiato rispetto allo scorso anno, con la perdita di alcuni elementi di riferimento nello spogliatoio.

Aggiungiamoci, inoltre, che finora il bomber Marco Schneuwly, soffiato al presidente Renzetti, ha reso molto meno del previsto (solo 2 centri finora), e il quadro è completo. Probabilmente, fare una stagione completa a Lugano, con un gruppo già amalgamato, anche se in parte da reinventare, sarebbe stata una scelta migliore. Ma, nel calcio, come nella vita, le controprove non esistono.

Tramezzani, insomma, giovedì sarà già di fronte a un bivio. Davanti, avrà la sua ex squadra, decisa a dargli un dispiacere, e un pubblico ancora piuttosto amareggiato per l’addio improvviso. Nei mesi scorsi, il tecnico italiano disse che sarebbe tornato a Lugano senza emozioni particolari; certo, si aspettava di trovarsi in una situazione differente. Premesso questo, i vallesani hanno gli stessi punti dei ticinesi e, in virtù di una classifica corta, sono a 6 lunghezze dalla vetta: basterebbero, quindi, una serie di risultati positivi per ritrovare posizioni in graduatoria conformi alle aspettative di tifosi e dirigenza.

Lo scorso anno, avendo solo il campionato al quale pensare, il Trame fece benissimo; soprattutto, ebbe, dalla sua, un paio d’intuizioni notevoli, che gli permisero di tirare fuori il meglio da ciascun elemento. Probabilmente, Constantin si aspetta proprio questo dal suo allenatore: vedremo, già giovedì, se i suoi calcoli saranno stati giusti. In caso contrario, avremo presto un nuovo cuoco, ai fornelli del Tourbillon.