Si è conclusa l’avventura della Nazionale a EuroBasket. Il quintetto di Ettore Messina, che ora cederà il posto a Meo Sacchetti, è caduto sotto i colpi di una Serbia rullo compressore, mancando per l’ennesima volta l’approdo tra le top 4.
Non è stato un grandissimo Europeo, nonostante alcuni segnali positivi mostrati nelle vittorie contro Israele, Ucraina e Georgia ai gironi e con la Finlandia agli ottavi.
L’Italia si è semplicemente sciolta contro i serbi così come contro i tedeschi. Nella sfida di ieri a Istanbul, importanti i 22 punti di Bogdanović, a fronte dei 18 del solito Belinelli, miglior marcatore italiano. Il largo le Aquile lo hanno preso nel secondo parziale, dopo il 17-18 della prima sirena: +10 tra 10′ e 20′ e break da spezzare le gambe.
Al rientro, trend che non cambia e azzurri che pagano la giornata no al tiro. Troppo poco, comunque, per poter competere a questi livelli e, specialmente in assenza di un fulcro offensivo come Gallinari, entrare in semifinale: a ogni colpo di reni dell’Italia (Datome, Belinelli, Aradori) la Serbia risponde con poco affanno, col piglio e l’autorità della grande squadra.
Statistiche alla mano, è facile imputare il 67-83 finale al 18% (!) azzurro da oltre l’arco ma ci deve essere ben altro: poca leadership e gruppo semplicemente da quarti di finale e poco più.
A vedere il bicchiere mezzo pieno il movimento italiano può godersi, al termine della solita estate lunghissima e ricca di impegni a ogni livello, una Nazionale under 19 n. 2 iridata dopo i Mondiali di categoria, ma deve anche preoccuparsi per il gap tra la Serie A1 e la Serie A2, una continua e schizofrenica riforma dei campionati, la perdita delle grandi piazze e la mancata competitività europea dei top club.
A questi ragazzi, probabilmente, non si poteva chiedere di più.
Nonostante il nome Serbia richiamasse i bei tempi andati, le imprese degli anni ’90 e ben altro momento storico per la pallacanestro tricolore.