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La novità Sardegna Arena. Provvisorio è (anche) bello

Una casa nuova, sicura, accattivante.
Provvisoria, , ma non per questo improvvisata. Tutt’altro: solo 127 giorni di cantiere ma molti di più di progettazione, concertazione, impegno; la cura del dettaglio anche minimo, sicurezza e fruibilità al centro di tutto: un impianto pronto per il calcio professionistico e la Serie A.

Guardare all’oggi ma anche il domani: la Sardegna Arena è il primo passo verso il nuovo stadio definitivo del Cagliari. Quello che, sopra il vecchio Sant’Elia, porterà l’isola realmente nel Terzo Millennio.

Frattanto questo embrione negli ex parcheggi non è mica male.
Altro che: il museo – verrà aperto ufficialmente il 20 settembre, ma noi giornalisti lo abbiamo visto e respirato in anteprima domenica mattina – è ponte fra storia e presente. Ben curato e non solamente Scudetto-centrico, l’esposizione presenta in maniera tanto classica quanto multimediale i primi passi della squadra del capoluogo sardo, il gran balzo in A. Naturalmente lo scudetto (trasmesso dagli schermi originali della Domenica Sportiva!) e poi la caduta dopo la risalita, il Paradiso dopo l’Inferno della C e della B. I mister: Scopigno, Giorgi (la semifinale Uefa…), Ranieri e tanti altri.

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I calciatori: focus sui sardi e poi sui Nazionali (ecco Astori, nel giorno del suo gol a Verona) e ovviamente Nenè, Riva, Dely Valdes e Suazo. E poi Villa, Firicano, Zola, Cossu e Conti.
La perla? La casacca dei Chicago Mustangs, nome sotto il quale i rossoblù giocarono il campionato USA nel lontano 1967.
Museo e stadio belli dentro e fuori. Come il Cagliari di domenica e il suo pubblico: visibilità (supporter) e difesa (squadra) migliorate, sperando che duri.

Società, comune, specialisti e lavoratori ce l’hanno messa tutta.
Che il Cagliari e la Sardegna ne approfittino e ne facciano un fortino.