Estero

Lugano, attenzione agli esperimenti

Ci siamo stupiti, ma non tanto, ieri pomeriggio, leggendo la formazione del Lugano messa in campo da Tami, a Berna, contro lo Young Boys. Il pensiero, infatti, è subito corso alle parole pronunciate venerdì, in conferenza stampa, dal tecnico dei bianconeri: “Non farò un turn over programmato, ma farò giocare chi sta meglio.” La presenza di Ledesma era data pressoché certa, vista l’indisponibilità di Mariani per infortunio; però, l’allenatore dei sottocenerini aveva fatto intendere che il cambiamento avrebbe potuto essere più sostanzioso. E, infatti, così è stato: Vécsei ha di fatto sostituito il centrocampista zurighese ex Sciaffusa, mentre Ledesma e Junior sono entrati in campo, lasciando in panchina Piccinocchi e Marzouk.

Tami non ha, però, avuto fortuna: l’argentino e il brasiliano, di fatto, sono stati, loro malgrado, causa della sconfitta nella tana degli orsi. Ledesma, a fine primo tempo, ha perso il pallone dal quale è nato ilcalcio d’angolo che ha portato al primo gol dei bernesi; Junior, a inizio ripresa, conn un fallo ingenuo quanto rude a centrocampo si è guadagnato il secondo cartellino giallo che lo ha spedito anzitempo negli spogliatoi, di fatto chiudendo ai compagni la possibilità di rimontare una situazione, comunque, compromessa.

Una giornata, insomma, da archiviare alla svelta, alla vigilia di impegni importanti (giovedì ci sarà, in Israele, il debutto europeo e, nel fine settimana, si giocherà in Coppa svizzera sul campo non facilissimo di Köniz). Il tecnico ha poi gettato nella mischia i due titolari messi in panchina (al primo affondo, Marzouk ha costretto Bertone al fallo da ammonizione: il giallonero si è persino infortunato, e ha dovuto lasciare il campo), dimostrando di stare, probabilmente, meglio di quanto potesse sembrare.

Pier Tami è persona saggia e, soprattutto, un preparato uomo di calcio: sicuramente, avrà fatto le proprie scelte sulla base di ragionamenti ponderati. Certo, la pervicacia con la quale ieri, dopo la partita, ha parlato delle difficoltà incontrate dai suoi sul terreno sintetico (un rischio del quale aveva accennato anche venerdì, in conferenza stampa), entrano in contraddizione con la scelta di far giocare Ledesma (alla prima partita in bianconero, e che rientrava dopo un lungo stop) al posto di Piccinocchi.

L’ex milanista è un punto fermo della squadra; inoltre, alla terza stagione in Svizzera, conosce meglio le insidie di questo tipo di terreni (è in questo materiale anche il campo di Thun, per dire). A fine partita, intervistato da Serena Bergomi di Teleticino, è apparso perplesso per l’esclusione, anche se (come suo solito) non ha certamente polemizzato. Forse, col senno di poi, sarebbe stato più utile rimandare il debutto dell’ex capitano della Lazio a giovedì, in Israele, su un campo naturale. Giusta, invece, la scelta di puntare su Vécsei, uno dei pochi, a centrocampo, in grado di competere, a livello fisico, con i formidabili panzer gialloneri, nonostante qualche limite tecnico in fase, soprattutto, d’impostazione.

Ai bianconeri, ieri, oltre alla fantasia di Mariani, è mancato l’estro di Sabbatini (nella foto), un po’ regredito rispetto alla prova casalinga con il Thun. Tuttavia, il capitano soffre molto queste partite, dove gli avversari lo sovrastano fisicamente. Gerndt ha fatto fatica (tutto sommato a sorpresa, visto che, avendo fatto diverse stagioni a Berna, doveva essere tra quelli più abituati al fondo artificiale): l’intesa con Junior non ha funzionato, senza contare che di palloni giocabili ne ha visti davvero pochi (vedi sopra). La difesa ha galleggiato, anche se ha le sue responsabilità sui gol (soprattutto sul secondo: sul primo, Junior, in ripiegamento, era nella migliore posizione per chiudere sull’avversario).

Tuttavia, l’ambiente ha accolto la sconfitta senza isterismi, almeno leggendo i pareri dei tifosi sui forum: perdere a Berna ci sta e, comunque, fino al gol, il Lugano aveva, tutto sommato, concesso poco agli avversari. Il problema (almeno per quello che si è visto ieri) è che l’efficacia in fase di finalizzazione è ancora un problema non del tutto risolto. Dopo la trasferta israeliana, i bianconeri giocheranno domenica pomeriggio a Köniz in Coppa svizzera, e poi avranno due partite consecutive in casa, contro Sion e GCZ. Vedremo, a questo punto, se la battuta d’arresto di ieri sia stata davvero dovuta alle difficoltà di molti elementi a familiarizzare col fondo sintetico.