Pilone classe 1990, Shannon Wakeman è in corsa per una convocazione in Nazionale ai Mondiali 2017. Dopo l’esordio dello scorso autunno in occasione delle qualificazioni iridate, il prodotto dei Dapto Canaries (New South Wales) è passato dagli Illawarra Cutters agli Huddersfield Giants, trasferendosi in Europa nel massimo campionato inglese di rugby league.
Eleggibile per l’Italia per via delle sue origini familiari, Wakeman ha vinto la Intrust Super Premiership nel 2016, grazie al 20-21 dei Cutters sui Mount Pritchard Mounties a Parramatta.
Da lì in poi il passaggio alla Super League inglese, nelle fila di quei Giants inizialmente in crisi e poi tra i club più solidi del 2017; grazie alla sapiente guida di un tecnico navigato come Rick Stone e delle performance di diversi uomini chiave, la squadra della città di nascita del rugby league – fondato nel 1895 con la famosa riunione al George Hotel – si è andata a qualificare alle Super 8s, estromettendo da questa fase a orologio addirittura i Warrington Wolves vice-campioni d’Inghilterra.
Nonostante l’ovvia utilità – in termini di formazione – degli anni nella seconda serie australiana, Wakeman non ha dubbi che la Super League sia di ben altro livello: “È decisamente superiore alla New South Wales Cup come livello. Quando giocavo a Illawarra, di solito restavo in campo per 70 minuti, a volte addirittura tutti gli 80′. Non lo potrei mai fare qui. Se restassi in campo così a lungo in Super League, sarei cotto. 80? Crollerei, di brutto. Vero che – ha raccontato al Guardian – a livello individuale ero nel giro nella NRL ma non ho mai giocato per i Dragons in prima squadra; in NSW Cup ho segnato 11 mete l’anno scorso, facendo un sacco di line breaks. Qui specialmente all’inizio mi son trovato in difficoltà: è un torneo molto più veloce e tecnico“.
“Mi piace giocare ad Huddersfield – prosegue il pilone azzurro – Mi sto ambientando dopo un inizio difficile, essendomi dovuto abituare a nuovi giocatori, compagni e avversari, e squadre. Mi sono pian piano calato nel campionato. Giocare qui mi ha aperto gli occhi: ho avuto alti e bassi, ma quest’anno la priorità era metter su le fondamenta per il 2018. Sia per me che per il club“.
Nonostante il pack azzurro presenti, potenzialmente, giocatori del calibro di Mark Minichiello (Hull FC), Paul Vaughan (St George Illawarra Dragons), Nathan Brown e Daniel Alvaro (Parramatta Eels), Wakeman è fra i ‘papabili’ per il Mondiale.
Presentarsi con avanti di alto livello è fondamentale nel rugby league internazionale e l’Italia, ne siamo certi, è in buone mani.
O in buoni muscoli.