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MSChoice – Dimmi che ruolo fai, ti dirò chi sei

MSChoice è la nuova iniziativa di MondoSportivo che riguarda il grande football. Il gruppo NFL parlerà della stagione 2017 in un modo particolare: sceglierà, da qui il titolo, due argomenti a settimana e ne parlerà a ruota libera, sperando le sue opinioni trovino il lettore divertito e stimolato. Appuntamento quindi per ogni martedì e giovedì. In calce il calendario e i risultati; dopotutto, il football si gioca, non si scrive solamente!

Il mondo del lavoro è complesso. Questo lo sapete bene da come vi stanno guardando i vostri colleghi mentre leggete questa colorata pagina di soppiatto. Nonostante siate bravissimi, gli altri si concentrano unicamente sui vostri difetti, creando un vortice in cui promozioni e aumenti sono unicamente dipendenti dalle circostanze, più che dalle vostre caratteristiche.
Ringraziate, però, che non giocate in NFL.

Da questa notte vedremo la roboante stagione dipanarsi dopo una off-season mai come quest’anno estremamente connotata da decisioni clamorose. Ci sono alcuni ruoli in questa lega che soffrono terribilmente della loro stessa essenza, determinando disoccupazione o occupazione sottopagata in ogni roster che si rispetti.

Capitolo runningback. La carriera di un RB in NFL non arriva ai 30 anni di età. Mediamente non supera i 25. Ma gli infortuni e il deperimento fisico non sono l’unico problema: ormai da un decennio i passaggi sono molto più frequenti delle corse. Questo rende i runninbgack intercambiabili, uno vale l’altro.
Macroscopicamente, fidatevi, è così. Microeconomicamente, invece, tiriamo in ballo il caso più eclatante dell’estate: Le’Veon Bell. Immenso runningback di Pittsburgh, è senza il minimo dubbio tra i primi tre nel ruolo. Paziente, forte, veloce, produttivo. Questa estate gli Steelers gli hanno affibbiato il tag, un contratto di un anno che lo rende il RB più pagato della lega, ma che spesso porta contestualmente a un contratto molto meno oneroso con una durata più lunga e più garanzie economiche, proposto al posto del tag dalla squadra di appartenenza.
Pionieristicamente – alla “Spartaco” diciamo – , Le’Veon ha scelto di giocare con il tag, non con questo contratto più lungo. Un infortunio, quindi, e sarà un disoccupato. Nonostante sia un fenomeno vero.

Capitolo quarterback. Jay Cutler si stava sedendo al tavolo di una nota emittente televisiva quando Ryan Tannehill, titolare di Miami, si spezzava il legamento crociato di un ginocchio in allenamento ad agosto. Suona il telefono, è Adam Gase, suo allenatore in passato che ora siede sulla panchina dei mitici Dolphins: “Vieni al campo? Ti do 15 milioni di dollari!”
In questo modo un QB ritirato si ritrova a guidare una buona squadra, reduce dai Playoff del 2016.
Per Gase, Cutler ritirato – ripetiamolo – vale più di altri, più giovani (e più bravi ve lo diciamo noi) quarterback. Vale più di Matt Moore, onestissima riserva – forse la migliore in NFL – che infortunatosi Tannehill una piccola speranza di giocare ce l’aveva. Vale più di Colin Kaepernick, 29 anni e un Super Bowl giocato con San Francisco non troppi anni fa.

Certo, se sei un QB guadagni cifre abbondanti. Ma sei esposto dieci volte di più di qualsiasi altro: Kaepernick sa giocare, ma nell’ultimo anno è diventato un personaggio politico, schierandosi a favore della violenze sugli afroamericani e, per esempio, dichiarando di ammirare il pensiero di Fidel Castro. Al punto che molti dicono la comunità cubana di Miami, onnipresente e anticastrista, non volesse Colin in Florida.

Altro che caratteristiche, peculiarità, forza, velocità. In NFL come nel vostro ufficio, siamo tutti in balia degli eventi, delle situazioni e del controllo che altri ci impongono.
Bell sarà scavalcato da qualche giovanotto meno pretenzioso di lui, il sovrappeso Cutler si prende il sole di South Beach al posto di atleti migliori, e ogni singolo ruolo determina quanto guadagni nella lega più potente del Mondo.
Potente a livelli che non possiamo nemmeno immaginare. I difetti dei giocatori, non conta altro. Dei pregi, mai come quest’anno, a nessuno è fregato niente.

Con la consapevolezza che l’attrattiva della NFL va oltre l’ovale, oltre le due zone di meta e oltre le gesta tecniche dei suoi protagonisti, vi auguriamo una buona stagione.

fonte NFL.com