Russia

L’eterno Cesar non molla

A trentasette anni suonati Cesar Navas ha deciso di continuare a giocare, firmando un contratto con il Rubin Kazan. Sarà l’ottava stagione in Russia per lui, che prima di passare al Rostov aveva vestito proprio la casacca granata della squadra tartara.

Le stagioni passano, ma Cesar Navas sembra non risentire degli effetti del tempo sul proprio corpo. Ogni estate sembra dover lasciare la Russia, anche in virtù di contratti brevi che lasciano poca chiarezza sul futuro, ma alla fine non riesce a lasciare un paese con il quale ha legato probabilmente di più di quanto fosse lecito attendersi, diventando una stella del torneo e affermandosi in due realtà diverse come Kazan e Rostov. Due esperienza che hanno avuto un unico comune denominatore, Kurban Berdyev, il quale ha spinto perchè il difensore iberico rifiutasse per l’ennesima volta le offerte provenienti dalla Mls e dall’Eredivisie e l’eventualità molto concreta di un ritorno in patria.

Non è stata però una scelta facile quella di Cesar Navas, che si era già allenato ai primi di luglio con la nuova (vecchia) squadra. Dodici mesi fa il contratto col Rostov fu rinnovato soltanto alla vigilia del preliminare con l’Anderlecht, stavolta la trattativa sembrava più agevole. Tutt’altro. Un problema di salute del padre ha instaurato seri dubbi nella testa del ragazzo, che nonostante tutto era motivato e si sentiva in condizione di poter giocare almeno ancora una stagione a grandi livelli. Kurban Berdyev, ora tecnico del Rubin, gli ha lasciato tutto il tempo necessario per decidere e Cesar, dopo un mese e mezzo, ha comunicato il fatidico sì. Come un bambino che, rimproverato dalla madre, reclama ancora qualche minuto per giocare, Navas manifesta nel suo inossidabile desiderio di continuare un’encomiabile passione per il gioco e per un movimento che ha dato una sterzata del tutto improvvisa alla sua carriera. In Russia ha trovato un campionato di indiscusso livello, l’Europa League e la Champions League. E’ cresciuto tecnicamente ed umanamente, tanto da diventare uno dei più forti nel suo ruolo, crescendo anche grazie alla maggiore levature dei centravanti da marcare. Berdyev lo ha aiutato molto con il suo modo di intendere il calcio, e lui ha contraccambiato facendo da chioccia ai vari difensori che lo affiancavano nelle varie partite: un esempio dentro e fuori dal campo, persona ineccepibile e atleta metodico e rigoroso. Non è un caso che, nonostante la veneranda età, i suoi infortuni siano stati minimi.

Arrivato a Kazan nel 2009, l’iberico è un prodotto delle giovanili del Real Madrid. Con la squadra tartara vince un campionato e due supercoppe nazionali, per poi seguire nel 2015 Berdyev al Rostov. Lì si apre un secondo capitolo della sua esperienza russa, non meno pago di soddisfazioni: un secondo posto memorabile, gli ottavi di Europa League e vittorie prestigiose contro Bayern e Ajax, senza dimenticare i successi contro tutti i top club russi. Risultati ottenuti grazie alla difesa da lui sostenuta. Il progetto a lungo termine del Rubin Kazan non potrà contare su di lui, ma per creare le solide fondamenta Cesar Navas può rappresentare un valido aiuto. E per i nostalgici la prosecuzione di una delle storie più belle dell’ultimo lustro di storia del calcio russo.

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Michael Braga