Ultimi colpi di mercato per il Lugano. Sono infatti arrivati altri due difensori: l’esterno Fabio Daprelà, classe 1991, svizzero (ma con anche passaporto italiano), cresciuto nelle giovanili del Grasshopper, dove ha esordito in prima squadra quando l’allenatore era Murat Yakin, di recente tornato sulla panchina delle Cavallette. Il giocatore è poi passato al West Ham United, per poi arrivare in Italia, dove ha indossato le maglie di Brescia, Palermo, Carpi e Bari. Daprelà vanta 39 presenze in serie A, 118 in B e 28 nella Super League svizzera. Ha conosciuto Pier Tami quando l’attuale allenatore bianconero era alla guida della nazionale under 21 elvetica, e con la quale ha partecipato ai Giochi Olimpici del 2012. Indosserà la maglia numero 30, e ha firmato con i bianconeri un contratto triennale.
L’altro arrivo è Stanley Amuzie, classe 1996, proveniente in prestito dalla Sampdoria fino al giugno 2018. Il 21enne, di nazionalità nigeriana, vanta 12 presenze e 1 gol con la primavera blucerchiata. In precedenza aveva giocato con l’Olhanense, squadra militante nel campionato portoghese (14 presenze e 1 rete). Il giocatore vanta inoltre 6 presenze nella propria nazionale olimpica, nel corso delle Olimpiadi di Rio del 2016.
La squadra dovrebbe essere al completo. Come annunciato da Pier Tami, intervistato ieri da Patrick Della Valle di Ticinonews, non sono previsti altri arrivi, anche se i tifosi si aspettavano un attaccante: “Sono molto contento, Renzetti ha compiuto un grande sforzo per mettere assieme questo gruppo, soddisfacente come quantità e qualità. Personalmente mi sento di ringraziarlo per tutto ciò: mi sono fidato, e sono stato ripagato. Davanti sono contento di quello che ho. Marzouk sta già dando molto, ma secondo me ha ancora dei margini di crescita. Gli attaccanti che mi servono devono creare occasioni e far segnare gol, non m’interessa solo l’aspetto realizzativo; ma faremo i conti a fine stagione. A Marzouk non possiamo chiedere di rimpiazzare Alioski; tuttavia, diamogli ancora tempo per adattarsi alla categoria. Io sono comunque già soddisfatto di lui. Diamanti è stata una suggestione: però è anche vero che il nostro gioco si si basa su principi ben precisi, e sul lavoro del gruppo. Con Diamanti avremmo dovuto cambiare sistema, rivedere i nostri piani. Ecco, io oggi sono contento così, e non chiedo nulla di più.”