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Vuelta a España 2017 – Froome è…battibile. Nibali e Aru, credeteci. E forza Magro!

Frederic Legrand - COMEO / Shutterstock.com

La prima settimana della Vuelta a España 2017 va agli archivi con la tanto attesa scrematura dei pretendenti alla Maglia Rossa finale di Madrid. Ora, questo elenco è ristretto a 4-5 nomi con un “fuori categoria” sempre da considerare. In primis, l’attuale leader della generale, Chris Froome (Sky). Poi Esteban Chaves (Orica-Scott), secondo a 36″, Vincenzo Nibali (Bahrain-Merida), quarto a 1’17”, Fabio Aru (Astana), settimo a 1’33”. Questi i quattro nomi da circoletto rosso, questi i quattro nomi più accreditati a seconda di quanto visto finora e di cosa attende i corridori a partire da oggi in poi.

Ovvio, se Chris Froome sarà lo stesso di questa prima settimana, non c’è trippa per gatti. Il quattro volte vincitore del Tour de France è stato il più brillante in salita, senz’ombra di dubbio. Brillantezza culminata nel successo di domenica scorsa al Cumbre del Sol. Il sogno di essere il successore di Jacques Anquetil, l’ultimo a realizzare la doppietta Vuelta-Tour nel 1963 (sebbene allora la corsa iberica si teneva a cavallo tra marzo e aprile) sembra essere vicino alla concretizzazione. Ma vi sono due spade di Damocle che pendono sull’inglese. La prima è la condizione fisica, dato che Froome ha giustappunto corso pure il Tour e quindi sarà durissima per lui – soprattutto nell’ultima settimana – mantenere la gamba giusta. La seconda è che le “rampe da garage” – vale a dire quelle salite brevi, secche e ripide poste alla fine di tappe senza particolari difficoltà altimetriche – in questa Vuelta sono terminate. Ora arrivano le salite lunghe che portano a vette con altezze superiori ai 2000 metri (Calar Alto, Sierra Pandera, Sierra Nevada, Angliru) e che sono precedute da ascese altrettanto insidiose. Erte dove i cambi di ritmo repentinei, le cosiddette “frullate”, alla quale Froome ci ha piacevolmente abituate, servono a poco.

Sono salite dove si andrà su di progressione, dove i cambi di ritmo saranno graduali, dove il gruppetto dei migliori si scremerà poco a poco. Insomma sono salite che si combaciano alla perfezione con le caratteristiche di Nibali e Aru. Ecco perché i nostri alfieri devono crederci. Questo Froome (e questo Chaves, occhio davvero al colombiano) è battibile. Ci vorranno le gambe, certo. E ci vorranno anche le tattiche, certo. Ma sia il siciliano che il sardo hanno le possibilità per avere sia le une che le altre.

Dicevamo 4-5. La barra riguarda chi, tra Roche e Van Garderen, riuscirà in casa BMC a continuare a lottare per la gloria. L’esperienza – basata sulla storia di questi due corridori nei Grandi Giri – dice nessuno dei due, ma mai dire mai.

L’ago della bilancia è Alberto Contador. Lo spagnolo, all’ultima recita della sua immensa carriera, è uscito fuori dalla classifica nella prima tappa dura ad Andorra a causa di problemi intestinali. Ma poi ha dimostrato di essere in palla e di essere l’unico a tenere il passo delle frullate di Froome. Il Pistolero può quindi essere l’arbitro della contesa da qui a Madrid. Magari regalandoci qualche scatto dei bei tempi.

Qualche scatto da “Albertino”. Così li definisce, durante le telecronache su Eurosport, Riccardo Magrini. L’apprezzato commentatore tecnico sta ora combattendo una battaglia dalla quale, siamo sicuri, uscirà vincitore. Niente fagianate, “Magro”! Forza!