Rieccola finalmente brillare la stella di Maria Sharapova: dopo la squalifica per doping e gli infortuni alla coscia e all’avambraccio sinistro, la bella siberiana è ritornata in campo agli US Open grazie alla wild-card concessale dagli organizzatori. Il suo rientro non è stato di certo una passeggiata e il sorteggio le ha fin da subito proposto una sfida esaltante: Simona Halep, numero due del mondo.
L’incontro è andato in scena nella serata newyorkese (tarda notte italiana) e non ha deluso le aspettative: quasi tre ore di battaglia con il pubblico dell’Artur Ashe in visibilio; ecco, è proprio questa Maria Sharapova. Sa far parlare di sé, sa attirare sponsor e pubblico e soprattutto sa vincere grazie a un mix di bellezza, talento e potenza in campo.
La classifica purtroppo è deficitaria e così dovrà lottare per guadagnare punti in vista di una risalita al vertice che pare comunque scontata: la trentenne russa infatti occupa attualmente la posizione numero 146 del mondo dopo quasi due anni di assenza dai campi di gioco. La sua partecipazione ai tornei più importanti per ora è solo grazie alle wild-card che però non tutti sono propensi a concedere a una giocatrice squalificata per doping e infatti non sono mancate le polemiche (e per fortuna che ha saltato Roland Garros e Wimbledon per infortunio, ci vien da dire).
Ma torniamo al campo: la russa parte forte e comanda lo scambio, ma la rumena vuole conquistare la prima posizione mondiale e lotta su ogni pallina. Ne viene fuori un primo set fatto di tante belle giocate, ma anche parecchi errori dovuti all’eccessiva foga che comunque non compromettono il risultato di 6-4. Il secondo parziale è un assoluto dominio della Sharapova, ma sul più bello si spegne: spreca una palla per andare 5-1 (sciuperà 16 palle break in tutto il parziale) e la Halep comincia un’inesorabile rimonta che si materializza con il punteggio di 4-6.
Con il vento in poppa tutti i favori del pronostico paiono ormai essere per Simona Halep che nel terzo set però fatica ad arginare il ritorno di Maria: la russa infatti strappa subito il servizio alla rumena e non concede più nulla: termina 6-3 e la Sharapova può finalmente lasciarsi andare in un pianto liberatorio.
Il pubblico (record assoluto di presenze per un primo turno slam) applaude la giocatrice che ha già vinto qui nel 2006, mentre Simona Halep esce dal campo a testa bassa rimuginando per la terza occasione sprecata di issarsi numero uno al mondo. La differenza tra le due giocatrici però è parsa evidente, oltre che sull’aspetto tecnico, per varie sfaccettature: giornalisticamente parlando, la vittoria della russa ha più risalto rispetto alla sconfitta della Halep che mediaticamente parlando non ha lo stesso appeal della sua avversaria.
Ora Maria affronterà al secondo turno l’ungherese Babos e nel tabellone si è già creato uno spiraglio che potrebbe portarla fino in fondo al torneo, per la gioia del pubblico, degli sponsor e degli organizzatori. Dopo le polemiche ricevute per la decisione di concederle una wild-card infatti il direttore del torneo può già cominciare a sfregarsi le mani per l’aumento di visibilità che solo Maria Sharapova sa portare in un torneo.
L’aspetto poi, soprattutto nella generazione sportiva attuale, ha il suo significato e anche sotto questo aspetto Maria è imbattibile: il suo abito nero infatti, ricoperto di Swarovski e disegnato da un noto stilista italiano per Nike, era di gran lunga migliore rispetto al vestito vintage più classico indossato da Halep e nella notte americana ha stupito un po’ tutti.
In un tennis femminile attuale senza una vera regina, il ritorno di Maria Sharapova non può fare che bene a tutto il movimento; attenzione, a New York è tornata a brillare una vera stella.