L’estate turbolenta del Latina Calcio
di Alfonso Perugini (giornalista e regista cinematografico)
Dal 18 maggio 2017, ultima giornata di campionato di Serie B, al 20 agosto, primo turno preliminare di Coppa Italia di Serie D, sono esattamente 92 giorni. Poco più di tre mesi in cui nel capoluogo pontino e’ successo veramente di tutto e il contrario di tutto. Un’estate turbolenta per i supporters nero-azzurri che sono arrivati a vedere concretamente e in più di un’occasione la possibilita’ di sparire dalla geografia del calcio italiano. Un po’ come successe nel 2006 quando si rimase per un anno senza calcio. Ma analizziamo bene gli ultimi mesi che hanno portato ad allestire una rosa pronta per la Serie D in poco piu’ di 10 giorni, da mettere agli ordini di mister Andrea Chiappini. Ma vediamo cosa è accaduto, tappa per tappa.
Il principio
Tutto inizia alla fine del mese di novembre del 2016 quando Pasquale Maietta, proprietario da alcuni anni del pacchetto di maggioranza del U.S. Latina Calcio Srl, decide di vendere le proprie quote e di lasciare contestualmente la società nella quale e’ presente fin dal 2007. Traghettatore verso una nuova proprietà è il vice-presidente Antonio Aprile, imprenditore di Sermoneta e al tempo stesso responsabile del settore giovanile del sodalizio pontino.
La cordata di Anzio
L’accordo con nuovi soci sembra arrivare relativamente presto e gia’ il 29 dicembre, con la squadra che vivacchia senza infamia e senza lode poco sopra la zona calda della classifica, viene indetta una conferenza stampa (giusto in tempo per la chiusura del bilancio del 31/12) che presenta ai tifosi e ai colleghi giornalisti un gruppo di imprenditori che arriva da Anzio. Essi sono Angelo Ferullo, che assume la carica di Presidente, Benedetto Mancini che si prende la vice-presidenza e una misteriosa signora elegante che si scomoda fin dalla lontanissima Finlandia per entrare nel business del calcio: Regina Weinstein.
Ferullo se ne va
Non e’ tutto oro ciò che luccica: la vecchia proprietà viene intanto travolta da scandali interni ed esterni alla societa’ ancora da chiarire, visto che sono ancora in corso i processi e gli accertamenti. A rimetterci è soprattutto la squadra di mister Vincenzo Vivarini che comincia a virare pericolosamente verso il fondo della classifica anche a causa di preziosissimi punti di penalizzazione inflitti per ragioni amministrative. Angelo Ferullo forse solo ora si rende conto che la società è oberata da almeno 6 milioni di euro di debiti ed esce di scena con la Weinstein, affidando la baracca al solo Benedetto Mancini.
L’inizio della fine
Benedetto Mancini comincia a rassicurare l’ambiente e promette salvezza e ripianamento del debito. Ma a smorzare gli entusiasmi ci pensa il Tribunale di Latina che presenta un’istanza di fallimento. Il messaggio delle toghe è chiarissimo: o il Latina ripaga il proprio debito o andrà all’asta con i suoi asset aziendali.
Le aste fallimetari
Di fatto già nel mese di marzo Mancini è estromesso dalla società in quanto a muovere realmente i fili sono i due curatori fallimentari che il 9 marzo dichiarano fallita la società, concedendo tuttavia l’esercizio provvisorio. Le prime due aste vanno deserte, mentre la terza sembra portare l’effetto sperato. E’ lo stesso Mancini ad aggiudicarsi la societa’ versando i 682mila euro di caparra. L’imprenditore anziate ha quindi per legge 15 giorni di tempo per versare al foro di Latina il saldo… che però non arriverà mai. Mancini scappa dapprima in Bulgaria da un presunto socio strettamente legato al Levski Sofia e poi tenta di acquisire senza successo il Catanzaro prima e il Taranto poi. Poi torna a Latina e fonda in luglio la Mens Sana Latina che iscirve al Campionato di Terza Categoria. Quali fossero i suoi reali obiettivi è un fatto ancora tutto da appurare ma soprattutto da interpretare.
Retrocessione
Sul piano sportivo è tutto da dimenticare: i punti di penalizzazione arrivano a 6 e la squadra retrocede dopo quattro anni in Serie C, con tre giornate d’anticipo. L’U.S. Latina Calcio saluta sul prato dello Stadio Partenio-Lombardi di Avellino la Serie B in una triste, calda, irreale serata di maggio davanti a pochissimi fedelissimi della Curva Nord arrivati da Latina. Roberto Insigne segna l’ultimo gol di una squadra che già non esiste più.
La cordata del Sindaco
A questo punto il titolo sportivo sarebbe nelle mani del Sindaco di Latina Damiano Coletta, medico ed ex bandiera della squadra negli anni ’80, il quale avvia trattative segrete con imprenditori pontini per far rinascere la società in Serie D. Le trattative con i sei finanziatori della nuova avvenura però si dilungano pericolosamente e il Sindaco richiede troppe garanzie, alcune anche inutili in una fase primordiale come quella che si presenta in giugno. Nello stesso mese di giugno l’U.S. Latina Calcio viene anche radiato dalla Figc.
Arriva Pezone
Nel mese di luglio Antonio Pezone è il proprietario della Racing Roma, società con base ad Ardea che ha appena disputato senza successo il campionato di Lega Pro, retrocedendo in Serie D. Pezone vuole mantenere alto il livello del suo business sportivo e coglie la palla al balzo: acquista dalla Unicusano, che a sua volta acquisisce la Ternana in Serie B, il Fondi, che invece ha disputato un ottimo campionato di C arrivando anche ai playoff per la Serie B. L’intenzione è quella di fondere Racing Roma e Fondi Calcio, acquisendo il titolo della società forte per poi trasferire la società a Latina con la prospettiva di giocare in Serie C. L’operazione riesce solo a metà, però. Il Fondi cambia denominazione in Racing Fondi e ottiene un primo parere positivo, a quanto pare formale dal Consiglio Federale, per trasferire la franchigia a Latina. Il benestare del Sindaco Coletta c’è, la squadra e i tifosi pure e si parte per il ritiro con tanto di nuove divise con il logo che recita Racing Latina. Tuttavia la Figc nega il suo assenso per via dei regolamenti non modificabili (Fondi e Latina non sono comuni con territori confinanti, quindi un passaggio del genere è illegittimo) oltre alle forti pressioni politiche che arrivano dal sudpontino e così Pezone, l’unico fino a questo momento ad aver dato un’accelerata verso un lieto fine al calcio latinense, si ritrova a essere il presidente del Fondi. Non era proprio nei suoi piani.
Nasce il Latina Calcio 1932
Il tempo a disposizione a questo punto è davvero agli sgoccioli e Coletta deve riprendere al più presto le trattative con la cordata di imprenditori pontini, che aveva interrotto dopo l’entrata in scena di Pezone. Alla fine, forse più per il bene della città e dei tifosi e per non ripetere la nefasta estate del 2006, l’accordo arriva e il 4 agosto nasce il Latina Calcio 1932 SSDarl, ultimo giorno utile per l’affiliazione alla Lega Nazionale Dilettanti e al Campionato Nazionale di Serie D. Presidente è Nando Leonardi, già alto dirigente del Latina negli anni ’70 e ’80, allenatore-manager è Andrea Chiappini, da anni in orbita Latina.
Un nuovo inizio
Tutto si deve fare velocemente. Si pesca dagli svincolati e da ciò che rimane della vecchia squadra Primavera dell’U.S. Latina. Si parte per il ritiro di Cascia e fino al 19 agosto la squadra si prepara in vista del nuovo campionato, da giocare nel girone sardo-laziale a partire dal 2 settembre. Ma prima c’è da disputare il primo turno eliminatorio di Coppa Italia di Serie D. Viene sorteggiato l’Anzio (scherzo del destino?) e tutti si chiedono come sarà questo Latina. Come giocherà? Sarà all’altezza? I dubbi cominciano a essere fugati al 25′ quando l’ex Fondi (altro giochetto del fato?) Pasquale Iadaresta infila un diagonale alle spalle del portiere Simone Rizzaro. Gli oltre 600 tifosi arrivati da Latina esplodono finalmente dalla gioia. il primo gol ufficiale del Latina Calcio 1932.È un nuovo inizio. Ancora una volta.