RSL svizzera alla quinta giornata, dunque. Intendiamoci: ne mancano ancora 31. Però, dobbiamo dire che ci piace parecchio: in sede di pronostico, avevamo detto che, Basilea a parte, ci sarebbe stato parecchio equilibrio. A quanto sembra, invece, i renani quest’anno sembrano essere più “normali”, nonostante un tasso tecnico individuale decisamente maggiore rispetto alle principali rivali. Ai campioni svizzeri sembra mancare qualcosa (anche se quest’anno li abbiamo visti, finora, solo contro il Lugano, ieri pomeriggio). Insomma, da rivedere, soprattutto in chiave europea: di sicuro, l’addio di Delgado, per ora, è una ferita che sanguina copiosamente. Del Lugano parleremo, come sempre, con calma. La squadra di Tami, ieri, ha giocato con una grandissima personalità: peccato che, ancora una volta, lo sforzo non sia stato premiato, almeno nella prima frazione, perlomeno con una rete.
Grande equilibrio, insomma. Lo Zurigo, neopromosso di lusso, per ora, guarda tutti dall’alto, e sabato ha portato più di 15.000 spettatori allo stadio. La squadra di Forte, che abbiamo visto giocare a Lugano, non ci aveva particolarmente impressionato, a parte l’ottima solidità difensiva (un solo gol subito in un torneo dove, finora, ne sono stati messi a segno 68, con una media di 2.72 a partita), la forza fisica e una buona duttilità tattica. La sensazione è che, per poter seriamente pensare di detronizzare il Basilea, serva qualcosa in più: è anche vero, però, che siamo solo ad agosto, e che conterà molto la continuità sulla distanza. Certo, una squadra che vuole dare un’impronta forte, certe partite, come quella casalinga con lo Young Boys (tra l’altro in un momento delicato, dopo il suicidio casalingo in CHL contro il CSKA Mosca), le deve vincere.
I gialloneri, al contrario, hanno saputo reagire, difendendosi bene, e concedendo agli avversari solo qualche tiro da fuori. Nella ripresa, il vecchio Vanins si è superato su una bella rovesciata di Hoarau: però, per vincere, serviva fare qualcosa di più. Sicuramente, la testa dei bernesi era già a Mosca, dove dovranno davvero fare un’impresa, per accedere alla fase a giorni di Champions League.
Chi sta facendo bene, finora, è il Lucerna: li avevamo visti, dal vivo, alla prima partita, e ci avevano ben impressionato, soprattutto dal punto di vista atletico. Ieri sono stati capaci di imporre il pareggio al Sion, partito con ben altre ambizioni. Babbel è circondato, talvolta, da scetticismo: però, la dirigenza lo sostiene, e lui sta ricambiando con buone prestazioni. 4 punti in due trasferte difficili come San Gallo e il Tourbillon, sono un bottino che mette i biancoblù a un punto dal magno Basilea e a tre dallo Zurigo capolista.
Chi invece sta maluccio, per ora, è il Sion di Paolo Tramezzani. L’eliminazione dall’Europa League non è ancora stata metabolizzata: in campionato, dopo due vittorie, i biancorossi si sono fermati. Mancano i gol di Schneuwly (e, in generale, quelli di tutti gli altri: con sole 3 reti segnate, quello dei vallesani è il peggior attacco dela RSL) che finora non riesce a essere decisivo, come nelle passate stagioni a Lucerna. Il tecnico, evidentemente, non è ancora riuscito a far passare il proprio messaggio. A Lugano aveva avuto più tempo (la preparazione invernale è più lunga di quella estiva) e, diciamolo, aveva trovato un gruppo più affiatato. Nonché un Sadiku in più, che gli ha garantito reti pesantissime e, in alcuni casi, letteralmente tirate fuori dal cilindro.
Ci aspettavamo di più, invece, dal San Gallo. Siamo sostenitori di Giorgio Contini: abbiamo visto, mercoledì scorso, come ha incartato (almeno nella prima frazione) il Lugano. Ieri, però, a Zurigo, contro il Grasshopper (in crescita, già intravista nella bella ma sfortunata prestazione, almeno nel finale, di Basilea), è stato battuto più nettamente di quanto dica il punteggio. Insomma, rivedibile: le potenzialità però ci sono, e sprecarle sarebbe un delitto. Chi, invece, non sta sprecando niente, nella filosofia del Berner Oberland (“Se un contadino dell’Oberland bernese mangiasse dei chiodi, uscirebbero delle viti”) è il Thun. Partito, in direzione Berna, Fassnacht, per Tosetti non è cambiato nulla: i palloni buoni, ora, il giocatore nativo di Losone li serve a Spielmann, e il giovanotto li mette dentro. Il rinnovo contrattuale, per il Toast, è stata la logica conseguenza: e, sabato sera, lo aspettiamo a Lugano.
Chi sta peggio di tutti, per ora, è il Losanna: il Vaduz, purtroppo per Celestini, è già retrocesso lo scorso anno. Ai romandi servirà un cambio di rotta deciso e, magari, il ritorno sul mercato per correggere qualcosa in corsa: sennò, si rischia grosso.