Primo Piano

Melania Gabbiadini, storia di un amore lungo 17 anni

Come tanti italiani che hanno ancora negli occhi l’impresa della Nazionale Femminile contro la Svezia a chiusura di un Europeo contraddistinto dal rammarico, un posto speciale nel nostro cuore in queste ore va a Melania Gabbiadini, l’azzurra che ha scritto pagine indelebili del calcio femminile italiano e che a 34 anni ha deciso di appendere le scarpette al chiodo.

Bandiera del Verona, capitano silenzioso della Nazionale, vincitrice di cinque scudetti, due coppe Italia, tre Supercoppe italiane e con all’attivo ben 114 presenze in azzurro e 45 reti, la sorella di Manolo l’anno scorso è entrata di diritto nella Hall of Fame del calcio italiano (affianco a gente come Maradona e Paolo Rossi) con queste motivazioni: “Attaccante prolifica e leader silenziosa, dalle giovanili ai grandi palcoscenici internazionali non ha mai smesso di segnare e di farsi apprezzare per le sue doti umane. Nella sua carriera, ricca di successi, ha scritto pagine indelebili del calcio femminile italiano contribuendo in maniera determinante al suo sviluppo e alla sua maggiore notorietà. Classe e abnegazione sono due segni distintivi del suo essere calciatrice, come d’altronde il desiderio di migliorarsi sempre. Per descriverla non ci sono parole più belle di quelle del fratello minore Manolo, oggi attaccante della Nazionale italiana ‘sono diventato calciatore perché volevo essere come mia sorella’ “.

Ci sarebbero tantissimi modi per descrivere Melania (basterebbe parlare dei suoi 233 gol in 276 presenze in campionato) ma per una volta lasciamo che sia lei a farlo con le parole delle sue ultime interviste: “La vittoria con la Svezia è stato un grande regalo da parte delle mie compagne di squadra. Sono orgogliosa del gruppo che c’è stato in questo Europeo e sono contenta che sia finita con una vittoria così. Ringrazio ognuna di loro perché oggi sono riuscite a tirare fuori quel qualcosa in più e quindi, se ero serena prima col pensiero di lasciare, adesso lo sono ancora di più. Prima della partita non ho detto assolutamente nulla perchè c’era la partita, dopo sul pullman le raduno e farò i ringraziamenti. Dispiace a questo punto perchè abbiamo fatto bene con la Germania e con la Svezia e abbiamo dimostrato che anche noi abbiamo una squadra e che siamo forti. Peccato perchè se avessimo giocato così contro la Russia saremmo ancora qua a dire la nostra. Gioco da quando avevo 9 anni e la passione non mi ha mai abbandonato. Non è stata una scelta semplice quella di decidere di smettere con il calcio, ma per un certo verso neanche così difficile. Ci tenevo a farlo con la maglia azzurra addosso, rappresenta l’insieme della mia carriera. Vestire la maglia della Nazionale è una sensazione indescrivibile, devi esserci per capirlo fino in fondo. Il calcio è stato un emozione perchè io che vivo di piccoli particolari semplici e tanti gesti e tante piccole cose mi hanno sempre arricchita molto e quindi per me sicuramente il calcio è stato un emozione in tutti questi anni.”

Arrivederci Melania, con la speranza di vederti presto in qualche ruolo manageriale o tattico (magari proprio al posto della dimissionaria Rita Guarino sulla panchina dell’Under 17 Femminile), proseguendo in un cammino di crescita come sta facendo la tua ex collega di reparto Patrizia Panico. Nel frattempo, citando un famoso libro, “so long and thanks for all the fish“.