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Il Consiglio Federale ha deciso: sorride solo la Triestina. La Serie C sarà a 56 squadre

I tormenti estivi della Serie C trovano finalmente il loro epilogo con il Consiglio Federale odierno. Certo, rimane sempre da chiedersi come si possa risolvere in futuro la perenne incertezza del calcio di provincia che ogni anno, inesorabilmente, perde alcuni pezzi per strada e alcune tra le squadre più blasonate. Soprattutto pensiamo ai tifosi, quelli veri, che affrontano ogni fine settimana viaggi lunghissimi e ogni tipo di intemperie, quelli che incitano la propria squadra per farle raggiungere la salvezza all’ultima giornata di campionato per poi ritrovarsi retrocessi o, addirittura, scomparsi dopo 15/20 giorni. Sono tante e troppe le deficienze nel calcio di terza serie che si barcamena tra crisi economiche, gruppi societari instabili, spesso “ladri di polli” inetti, assoluta incapacità di generare profitti, frequenti ostacoli burocratici e politici; senza tenere conto che a volte sono proprio le faide interne alle stesse città a provocare le crisi.

Ma lo spettacolo deve continuare e la stagione 2017-2018 è alle porte, già domenica prossima si apriranno le danze infatti con la 1/a giornata di Coppa Italia di categoria, e i gironi devono trovare la propria “in-naturale” composizione. Nonostante tutto e a dispetto di quelle società che non sono state ammesse, merito invece va dato all’unica che, proveniente dalla Serie D, ha avuto le carte in regola per il salto di categoria.

La Triestina si riaffaccia tra i professionisti dopo il secondo fallimento della storia datato 2012 e costituisce una compagine di tutto rispetto e blasone, avendo partecipato nella storia recente per nove anni consecutivi al campionato di Serie B. Anche la campagna acquisti ha fatto presagire il salto di categoria ufficializzato solo oggi dal Consiglio Federale (citiamo tra tutti il passaggio di Alberto Acquadro dal Venezia agli alabardati) e siamo certi che la coppia formata dall’italo-australiano Mario Biasin e dall’ex calciatore Mauro Milanese saprà gestire al meglio la nuova realtà.

Di beffa, invece, si può parlare per il Rende, la cui domanda di ripescaggio è stata respinta dal momento che la Co.Vi.Soc non ha ritenuto idonea la prima fidejussione presentata con una banca svedese e cambiata solo qualche giorno fa, fuori tempo massimo. Il Rende, giunto secondo alle spalle della Sicula Leonzio nel Girone I della Serie D, ha accarezzato il ritorno dopo ben tanti anni tra i professionisti e sotto l’attenta guida di mister Trocini (con un passato da calciatore tra le fila della Juventus di Trapattoni) stava mettendo a segno alcuni interessanti colpi di mercato come quello che porta il nome di Riccardo Rossini, un classe ’93 con grandissima esperienza in terza serie accumulata con le maglie di Giana Erminio e Pro Piacenza.

Dunque, la Serie C sarà monca e bisognerà riflettere a lungo sulle condizioni in cui versano alcune società e, in generale, sull’instabilità economica, sui costi di gestione e sugli introiti: il format per quest’anno sarà a 56 squadre suddivise in 3 gironi. Quattro “sorelle” sono andate via e quando scompare lo sport professionistico, in questo caso il calcio, da grandi piazze è evidente che qualcosa non va, come ha sottolineato il presidente dell’Assocalciatori Damiano Tommasi. Insomma, le fiamme della polemica non si spegneranno facilmente.