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Manchester City, il riscatto parte dalla difesa: ecco la rivoluzione dei terzini

Fuori quattro terzini, dentro altri tre nuovi colpi pagati a suon di milioni. È stata senza dubbio la difesa il reparto su cui si è finora maggiormente concentrato il mercato, come al solito ricchissimo, del Manchester City, deciso a riprendersi dopo una stagione deludente nonostante l’arrivo in panchina nella scorsa estate di uno dei migliori tecnici del mondo come Guardiola. E così, chiuso anzitempo per il colpo Bernardo Silva, un’occasione fin troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire, i Citizens hanno rivolto subito tutti i loro sforzi e il budget a disposizione nella direzione di un deciso rafforzamento del reparto arretrato, tante e troppe volte risultato inadeguato, non all’altezza e talvolta persino improvvisato durante lo scorso campionato.

Si è cominciato dalla porta, con l’acquisto inaspettato e che tanto sa di scommessa di Ederson dal Benfica e in seguito con le cessioni di Caballero e Hart, già da tempo non più appartenenti al progetto di Guardiola. Poi, l’attenzione del catalano è stata rivolta verso i terzini destro e sinistro, due ruoli per cui tirava già da tempo aria di grande rivoluzione. Impossibile fare altrimenti, d’altra parte, visto che tre dei quattro terzini lo scorso stagione nella rosa erano in scadenza di contratto e per cui la società aveva deciso mesi fa di non mettersi nemmeno al tavolo per trattare un eventuale rinnovo: Zabaleta, Clichy e Sagna, con i primi due passati rispettivamente al West Ham e al Başakşehir e con il terzo ancora alla ricerca di una nuova destinazione. Tre giocatori che Guardiola ha fatto tutto il possibile per schierare al minimo indispensabile, al punto da inventarsi nel finale di stagione un classico centrale di centrocampo come Fernandinho nello “scomodo” ruolo di terzino destro. Qualche giorno fa, poi, il grande cambiamento interno al reparto è stato completato dalla cessione alla Roma di Kolarov, in fin dei conti uno degli uomini maggiormente utilizzati lo scorso anno anche come centrale di difesa.

Pur di rinforzare il reparto, Guardiola ha così deciso di non badare a spese e alla data attuale i soldi versati per l’acquisto di tre nuovi terzini sono saliti alla cifra mostre di quasi 150 milioni di euro: 53 per Walker del Tottenham, 57,5 per Mendy e 40 per Danilo, più bonus vari. Tre investimenti pesantissimi per altrettanti giocatori di grande talento, considerati tra i migliori interpreti del ruolo per completezza, esperienza, intelligenza. A partire da Walker, terzino di grande spinta e con un ottimo piede reduce da stagioni in costante crescita con il Tottenham, passando per Mendy, in assoluto uno dei protagonisti della meravigliosa cavalcata del Monaco verso il titolo e giocatore atleticamente devastante e dalla tecnica sopraffina, fino a Danilo, capace di garantire notevole continuità sia sulla destra che sulla sinistra e tanto apprezzato per diverse settimane anche dalla Juventus.

Guardiola si ritroverà così con tre nuove carte di prestigio, di cui un jolly come Danilo utilizzabile su entrambe le corsie in vista dei numerosi impegni, tra campionato, coppe e Champions League, che i Citizens si troveranno ad affrontare il prossimo anno. Con quasi l’obbligo, tra l’altro, di portare nuovamente a casa un titolo importante, per non rischiare di veder fallire anche il progetto del catalano. Lo stesso Guardiola sa che per realizzare il suo classico gioco di tiki-taka serve una solida base alle spalle, un reparto in grado di offrire garanzie e non le enormi lacune viste la scorsa stagione.

Ecco perché potrebbe non essere finita qua per quanto riguarda la difesa: attualmente i centrali a disposizione sono solo tre (Otamendi, Stones e Kompany; c’è anche Mangala, ma difficile immaginare una sua permanenza), molto discontinui nelle prestazioni e talvolta anche sul piano fisico. Un grande colpo lì, in mezzo alla difesa, potrebbe essere davvero il botto finale dell’ennesimo mercato di grandi spese. Perché dopo tanti anni di soldi investiti soltanto in fantasisti, trequartisti, ali e attaccanti, forse a Manchester si sta finalmente capendo qual è il tallone d’Achille della rosa, quel punto debole che ha impedito ai Citizens di salire tra le grandi del mondo: la difesa, un reparto così indispensabile eppure troppo spesso sciaguratamente sottovalutato per importanza nel calcio moderno.