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Primi bilanci: Milan top, Roma ok, Inter boh. Napoli: dove sei?

Una serie di situazioni, in casa Inter, non ha portato ancora grandissimi acquisti. Una serie di situazioni da studiare e da risolvere, come quella – basilare – che si basa su una scelta fondamentale: capire che tipo di campionato vuole fare la squadra nerazzurra. Certo, Škriniar convince e Borja Valero sta dimostrando la consueta efficacia, però, c’è da fare mercato sul serio, in casa nerazzurra, e il bilancio dei primi due mesi di mercato non può essere proprio positivo. Sabatini gestisce, Ausilio prova a eseguire, ma l’Inter deve svegliarsi e fare un’ultima parte di mercato convincente, piazzando quel grande colpo che chiedono i tifosi. Magari Di Maria, magari Vidal, piste decisamente complicate. Ben più fortunati, invece, gli eventi in casa Milan, con una squadra praticamente rifatta da Fassone e Mirabelli, e in attesa dell’ultimo acquisto, l’attaccante, per la dirigenza rossonera ci solo voti alti, perché il Diavolo è stato il grande protagonista di questa estate, nonostante le parole di Pallotta (di cui parleremo, presto).

E se a Milano qualcuno sorride e qualcuno spera di farlo, nella capitale c’è la sensazione di dover ancora attendere prima di poter fare altrettanto. E se Tare è costretto a fare il mercato che vuole Lotito, fatto di situazioni spinose, Keita, e acquisti da valutare, a Trigoria Monchi sta lavorando di cesello, prendendosi critiche e rispondendo sul campo: Under è una scommessa che probabilmente vincerà, i super incassi dovuti alle cessioni frutteranno vantaggi sotto l’aspetto FairPlay finanziario, Nainggolan ha rinnovato, preso un grande prospetto italiano a centrocampo, arriverà un attaccante di livello per sostituire Salah. Tante cessioni, sì, ma anche buoni acquisti in attesa di un colpo finale necessario; situazione totalmente differente per la Fiorentina, con Corvino impegnato fin troppo nelle cessioni sotto espressa richiesta di Della Valle, che la sfortuna ha deciso di accarezzarla in prima persona, smantellando la squadra. Infine, non pervenuto il Napoli, se non per i rinnovi importanti di Mertens e Insigne, la scommessa Ounas e l’incognita grande così relativa a Mario Rui, e bene, in fondo, Marotta, che ha ceduto chi rischiava di compromettere la stabilità dello spogliatoio, comprando la gente che riteneva opportuna per rinforzare un gruppo già di per sé vincente.