“Premio crudeltà estate 2017 alla… Juventus”! Scroscio di applausi, qualche fischio dalle retrovie, poi l’ambito premio che ritirano Marotta e Paratici, assieme, a braccetto, sul palco. Ciò che sta succedendo al povero Patrik Schick, in queste ore, è roba da non dormirci la notte: accolto al J-Medical, fatte le visite mediche, poi un silenzio tombale che ha prodotto pensieri e ipotesi. Nessun annuncio, qualche inghippo uscito durante i controlli fisici, e un summit recentissimo tra Juventus e Sampdoria per tentare di trovare un’intesa.
Sinceramente: non è che abbiamo poi tutte queste parole per descrivere una situazione paradossale, strana. Di certo, le titubanze bianconere prescindono da un problema che, a quanto pare, si sarebbe risolto nel breve tempo. Proviamo a spiegare: un problema genetico, per dire, è per sempre, e in tal caso il no bianconero sarebbe arrivato sin da subito, non trovate? I problemi di Schick, invece, sembrano di altra natura, perché la Juventus ha provato ad aspettare. Si è detto di un’infiammazione cardiaca, che in effetti è un qualcosa da cui si può guarire. La Juventus, però, ha comunque avuto paura. Si sarà fatta le sue domande, del tipo: ci saranno strascichi? Guarirà al 100%? Soprattutto, ne vale la pena investire in un ragazzo che ha un problema al cuore a 21 anni?
Evidentemente, no. Ed è questa, forse, la cosa che rende il tutto maledettamente amaro. Il calcio, per tutti una passione, per molti è una professione, sta diventando un meccanismo i cui ingranaggi hanno solo un valore economico, da cui prescinde praticamente tutto. Più o meno come i titoli in borsa: oggi ti compro a X, domani devi valere Y, con Y obbligatoriamente maggiore di X. I problemi di Schick, per quanto risolvibili, non rendevano tranquilla la Juventus, che non se l’è sentita di spendere soldi per una pedina che potrebbe non essere sempre efficace come desiderato. Una pedina che oggi vale X, e domani non potrebbe valere Y. Materialismo becero? Leggi di mercato? Oppure, semplice esaltazione della legge naturale?
Idee, ipotesi, chiacchiere: tutte cose utili, e tutte cose relative. La Juventus si è fatta i suoi, di conti ha scelto: niente rischi, salta tutto. Nonostante un benvenuto già dato, un’accoglienza in pompa magna, e un profumo di Juve che per Schick era paradisiaco. Questione di scelte e di soldi. Questione di calcio che vale tot milioni e deve fruttarne perlomeno altrettanti. Per pochi, ormai, questione di cuore.