Lavorando sul calcio femminile per un sito dedicato allo sport in generale, è sempre difficile restare equilibrati.
La tentazione di propagandare, aiutare la diffusione del gioco tra le donne e stimolare la crescita del movimento è troppo grande, delle volte. Anche perché la voglia è quella di fare esattamente l’opposto: trattare Women’s Champions League, Serie A e Coppa del Mondo come semplici e meri eventi sportivi. Da raccontare nella loro dignità e specificità, con analisi tecnici più competenti possibili. Rendendoli normali agli occhi del grande pubblico. Abbinare a ogni editoriale e a ogni riflessione sul calcio femminile il leitmotiv (sacrosanto, intendiamoci) del movimento spesso bistrattato da istituzioni e media, vittima di pregiudizi e mai preso sul serio dal grosso pubblico, finisce per essere onesto ma controproducente: annoia, alla lunga.
E soprattutto non giova alle ragazze che, sia nei luoghi del professionismo che in quelli dove il calcio femminile è ancora semi-pro e dilettantistico, fanno sacrifici per coltivare la loro passione. Mantenere accesa una fiammella e non cedere a un sistema che ti farebbe venire voglia di abbandonare tutto.
Questo equilibrio tra esigenza del movimento e l’idea che, alla fine, stiamo parlando di calcio prima di tutto, che l’aggettivo ‘femminile’ qualche volta si può e si deve omettere, lo ha trovato da lungo tempo il nostro Stefano Pellone, che insieme a un gruppo di collaboratori copre più o meno tutto il calcio ‘in rosa’ del pianeta.
Tutto era iniziato quasi per gioco, con la Supercoppa Italiana 2012, tra Torres e Brescia. E viene un po’ di tristezza a pensare a come si sia interrotto il sogno delle sassaresi, dopo anni di trionfi e dopo aver scritto la storia dello sport sardo, ma resta l’orgoglio di esserci stati e di esserci.
Non ci siamo mai interrotti: Euro 2013 (Italia ko contro l’ingiocabile Germania), Mondiali (il trionfo della generazione d’oro degli Stati Uniti) e tutto il contorno di tornei di club, manifestazioni, calciomercato. Tante interviste, feedback degli addetti ai lavori: direttori sportivi, addetti stampa, tecnici. E soprattutto loro, le giocatrici: non ti chiedono altro che trattarle come atlete e basta, di raccontarne il mondo e le gesta in maniera attenta, seria e pertinente. Senza paragoni, stupidi e impossibili (forza fisica, seguito economico e mediatico, ecc.) coi colleghi.
Per questo non vediamo l’ora che domani – Olanda-Norvegia al Galgenwaard di Utrecht – inizi Euro 2017.
Raccontar(ve)lo come gli altri eventi. Ogni giorno con analisi, presentazioni, commenti e risultati.
Ed è per questo che diciamo in bocca al lupo a Laura Giuliani, Cecilia Salvai, Sara Gama, Daniela Stracchi, Elena Linari, Sandy Iannella, Alia Guagni, Melania Gabbiadini, Ilaria Mauro, Martina Rosucci, Barbara Bonansea, Chiara Marchitelli, Elisa Bartoli, Linda Tucceri, Laura Fusetti, Manuela Giugliano, Federica Di Criscio, Daniela Sabatino, Aurora Galli, Valentina Cernoia, Marta Carissimi, Katja Schroffenegger e Cristiana Girelli.
Le nostre ragazze d’Europa. Insieme a Carina Vitulano e Lucia Abruzzese, che da arbitro e assistente rappresenteranno al meglio – ne siamo sicuri – il nostro calcio.
Tutto quanto.