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Che gli allenatori prediligano calciatori già avuti alle loro dipendenze è un dato di fatto. Non solo perché ne conoscono bene il potenziale, ma anche perché si adattano bene e prima di tutti gli altri agli schemi della squadra. Maurizio Sarri non fa eccezione. Ama portarsi dietro i suoi fedeli scudieri, consapevole di ciò che possono  garantirgli in campo. Quando nel 2012 arrivò a Empoli, in una squadra completamente da rifondare in B dopo il play-out vincente contro il Vicenza, portò con se Daniele Croce, Samuele Romeo e Cristiano Camillucci, calciatori che con lui avevano diviso la precedente esperienza al Sorrento. Sebbene il solo Croce avesse effettivamente conquistato un posto di prim’ordine nella ricostruzione della squadra azzurra, Sarri ha continuato su questa falsariga anche a Napoli.

Insediatosi sulla panchina partenopea, Sarri aveva chiesto – e ottenuto – due pilastri del suo Empoli, il terzino Elseid Hysaj e il centrocampista Mirko Valdifiori. Entrambi erano partiti titolari, ma solo il terzino albanese aveva mantenuto il suo “posto fisso”. Valdifiori, invece, era stato presto scalzato da Jorginho, che ne aveva rilevato le mansioni in mediana, e si era dovuto accasare al Torino per trovare più spazio. Hysaj si era rivelato una preziosa pedina, non solo per le sue attitudini difensive, ma anche perché, essendo già a conoscenza dei complicatissimi schemi del mister, aveva permesso un graduale apprendimento anche agli altri difensori. A margine va detto che quell’anno l’allenatore di Figline Valdarno avrebbe voluto con se anche Riccardo Saponara, ma le richieste dell’Empoli erano state troppo alte e il trequartista era rimasto in Toscana.

La stagione scorsa il Napoli ha attinto ancora una volta dall’Empoli, prelevando Piotr Zieliński (in realtà di proprietà dell’Udinese) e Lorenzo Tonelli, rispettivamente mezzala e difensore centrale. L’idea era quella di replicare gli acquisti fatti precedentemente. Il polacco, abile come pochi ad attaccare la profondità, permetteva un ricambio in mezzo al campo. Mossa obbligatoria, vista la mole di partite di una squadra partecipante alla Champions League. E il centrocampista non ha deluso, anzi, nelle gerarchie ha finito per scalzare il suo “antagonista” Allan. Tonelli, invece, ha pagato a caro prezzo condizioni fisiche non ottimali e non è riuscito a dare quel contributo che gli chiedeva. È vero, ha realizzato due reti consecutive in campionato, ma le tre presenze collezionate sono davvero troppo poche.

Adesso è il turno di un altro ex Empoli, Mário RuiIl terzino portoghese, reduce da un’annata sfortunata con la Roma – è dovuto rimanere lontano dai campi per qualche mese a causa di un infortunio al ginocchio – rappresenta il nuovo ritorno del figliol prodigo alle dipendenze del padre Sarri. Giocatore di gran temperamento, sopperisce la mancanza di fisicità con una grande esplosività. Quando arrivò a Empoli, dal Gubbio, Mário Rui era un laterale offensivo poco propenso alla fase difensiva, più adatto a un modulo con la difesa a 3. Sarri lo plasmò, rendendolo un terzino sinistro completo, in grado di spingere, crossare ma anche difendere. Lo convinse, quotidianamente, che sarebbe potuto migliorare tantissimo in fase difensiva. Mário Rui ci mise molto del suo, applicandosi con serietà e convinzione. Entrambi, all’Empoli, fecero le fortune dell’altro.

E così, ancora una volta, Sarri riabbraccerà un suo ex giocatore. Sarà un calciatore che conosce come pochi i suoi schemi difensivi, che ha grande voglia e fame di arrivare. Forse non avrà le stimmate di Roberto Carlos o Dani Alves, ma Mário Rui è il classico acquisto giusto al momento giusto. Sarri sa tirare fuori il meglio dai suoi, e accadrà lo stesso anche con il portoghese. A volte, soprattutto quando non si hanno o non si vogliono spendere troppi soldi, è meglio affidarsi all’usato sicuro. E Maurizio, questo, lo sa meglio di chiunque altro.