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Un Milan in corso d’opera, ma si vedono segnali importanti

Intendiamoci: non era (e non poteva essere), la partita di ieri sera, un test probante per la squadra rossonera. Troppo pochi i giorni di allenamento nelle gambe del Milan, diverse le assenze di peso, senza contare che la campagna di rafforzamento della squadra milanese, a quanto sembra, è ben lungi dall’essere terminata.

Bisognerà, quindi, aspettare le amichevoli extraeuropee, con avversari più consistenti, per vedere qualcosa in più, e provare a ipotizzare dove potrà arrivare il nuovo Milan “cinese”. Ieri sera, l’11 del primo tempo (quello con molti dei possibili titolari della prossima stagione) ha fatto vedere proprietà di palleggio e, in alcune occasioni, movimenti interessanti.

Certo, Montella ha davanti a sé un lavoro non facile: a nostro parere non sarà un rebus da poco risolvere (ad esempio) la convivenza tra C. e Bonaventura (ieri sera assente e sostutuito da un Bertolacci evidentemente distratto dalle voci che lo riguardano), mentre Kessié ha dato un’ottima dimostrazione di personalità.

Al di là degli avversari, che hanno fatto poco per preoccupare i rossoneri (ne parleremo altrove, visto che la nostra testata segue con attenzione e continuità anche il calcio svizzero), abbiamo visto un Musacchio attento e, soprattutto, un Rodríguez in già in grande spolvero (ieri sera, tra l’altro, giocava in patria, ed era tra i più motivati). Nota di merito per il giovanissimo Cutrone, autore del primo gol e, anche, di movimenti interessanti, tanto da lasciare a bocca aperta persino qualche inviato di testate italiane di prima fascia, e coi capelli grigi.

Diversi, quindi, i motivi di soddisfazione per lo staff rossonero (presente, ieri sera, anche un sorridente Fassone), anche se non siamo riusciti, a fine partita, a parlare con Montella: ci sarebbe piaciuto chiedergli, per esempio, se pensa di mantenere la stessa disposizione tattica dello scorso anno, o se preferirà adottare un modulo differente, che possa magari esaltare le qualità di giocatori come Çalhanoğlu (si è visto poco, considerata la precarietà della condizione fisica, ma ha confermato di avere veramente i piedi buoni), dove pensa di collocare, quando tornerà disponibile, Bonaventura. Ha, comunque, espresso moderata soddisfazione per quanto visto, e per gli inserimenti positivi dei nuovi. Ovviamente, l’Aeroplanino non poteva che essere felice della positiva soluzione del caso Donnarumma, e non perde la speranza che la società riesca a fare, ancora, qualche acquisto importante (Biglia su tutti).

Di sicuro, la soluzione favorevole dell’”affare” Donnarumma ha reso tutti molto più distesi: il nuovo Milan ha bisogno, soprattutto, di serenità. Sicuramente, la Juventus resta un gradino (e mezzo) più sopra, così come Napoli e Roma (con qualche incognita in più per i giallorossi, che sono un cantiere aperto). Tuttavia, dopo tanti anni, è un Milan che ben dispone, soprattutto per la qualità di alcuni suoi interpreti.

E i tifosi hanno risposto: molti di quelli presenti erano svizzeri (il calcio italiano, tradizionalmente, drena molti appassionati in Canton Ticino: conosciamo un solo addetto ai lavori con passaporto elvetico che non è tifoso di una squadra di Serie A, ma lo è di una della serie cadetta, per dire); tuttavia abbiamo visto, nei parcheggi, anche tante auto con targa italiana. Lo stadio era pieno come mai si è visto nelle partite di campionato anche più presenziate, anche se il pubblico aveva uno strano timore reverenziale (praticamente ha assistito alla partita in silenzio: si sentivano distintamente gli incitamenti dei tecnici ai giocatori).

In conclusione, un Milan da rivedere più avanti. Tuttavia, anche a giudicare da quanto si legge in rete, la coppia Fassone-Mirabelli ha saputo, per ora, risvegliare l’orgoglio del tifo rossonero, sopito ormai da tante annate incolori. Ora, bisognerà ottenere dei risultati, a partire dalla qualificazione alla fase a gironi di Europa League: i preliminari sono alle porte, e attendono i milanesi, al loro rientro dall’estero.