Inutile girarci intorno, la telenovela di questo inizio d’estate è stata sicuramente la vicenda Donnarumma che proprio in queste ore ha firmato il rinnovo del contratto con il Milan mettendo di fatto la parola fine (per ora…) sulle voci di mercato.
Ma tutto lo scalpore suscitato dopo la decisione congiunta del portiere e del suo procuratore Mino Raiola il 15 giugno è parzialmente andato a scemare con il passare dei giorni dopo i tentativi di società e tifosi di far cambiare idea al diciottenne portierone che, concluso l’europeo Under 21, si è preso alcuni giorni di riflessione con il suo agente prima di decidere sul suo futuro.
La firma del contratto a 6 milioni di euro annui (più l’ingaggio del fratello Antonio con un milione di stipendio) e la clausola per un’eventuale futura vendita hanno prevalso sulla prima proposta della società rossonera, ovvero 5 milioni di euro a stagione, facendo emergere un’aspetto importante di questa vicenda: la figura che ne è uscita più rafforzata è quella di Mino Raiola.
Il procuratore italo-olandese infatti ha impostato la trattativa come suo solito, prima schierando il giocatore contro l’intero mondo Milan per poi ricomporre la frattura facendo così aumentare l’ingaggio (e la sua percentuale) per il rinnovo del suo assistito.
E’ di pochi giorni fa invece la scelta, opposta, di Antoine Griezmann: l’attaccante francese infatti è voluto restare all’Atlético Madrid, sentendosi in colpa nell’abbandonare la squadra di Simeone che non potrebbe rimpiazzarlo visto il blocco del mercato imposto dalla Fifa. Questo gesto d’amore verso i colori colchoneros non è stato però preso bene dal suo agente Eric Olhats che lo ha di fatto scaricato.
Olhats ha (o meglio, aveva) come assistito Griezmann da quando l’attaccante francese ha 14 anni avendolo lanciato lui nel mondo del calcio professionistico portandolo dalle giovanili del Montpellier alla Real Sociedad, club per il quale l’agente è talent-scout. Olhats ha voluto congedare Griezmann con un’intervista rilasciata all’Equipe: “Le recenti decisioni sull’immagine e sul futuro di Griezmann non sono compatibili con quelle che avevo in mente per il nostro rapporto professionale”, ha detto, “lo ringrazio per la fiducia che ha avuto in me durante tutti questi anni e gli auguro il meglio in questo nuovo capitolo della sua carriera”.
La differenza tra le due situazioni è netta e lascia spazio a poche valutazioni: la volontà di Griezmann ha prevalso su soldi, procuratore e mercato, mentre Donnarumma si è lasciato influenzare dal suo agente tanto che non è nemmeno chiara quale fosse la sua volontà primaria: andarsene o rimanere. Ma una cosa questa vicenda l’ha insegnata: a volte, anche nel calcio, vince chi resta, chi ama incondizionatamente la maglia che indossa senza pensare al male dei soldi con il quale i procuratori speculano in questo magnifico sport.