Dopo un closing senza fine, durato circa nove mesi, lo scorso aprile ha visto vedere la luce la nuova era rossonera targata Cina: Yonghong Li ha acquistato il Milan da Silvio Berlusconi, attraverso un’operazione finanziaria di indebitamento per quasi un miliardo di euro, promettendo di riportare nell’Olimpo del calcio europeo una squadra fuori da diverse stagioni dalle competizioni internazionali.
L’obiettivo minimo, considerando l’ingente investimento, è quello di riportare il Milan in Champions League, che con i suoi ricavi permetterebbe alla casse rossonere di ottenere una certa liquidità, che si spera di poter raggiungere anche grazie allo sviluppo del brand rossonero in terra cinese.
I meneghini sono reduci da un sesto posto che, considerate le ultime due sessioni di calciomercato piuttosto bloccate, può essere visto come un risultato positivo: la necessità di migliorarsi, tuttavia, costringe il duo composto da Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli a dover intervenire sul mercato per puntellare una rosa che, per forza di cose, dovrà risultare competitiva.
La nuova dirigenza, complice tale necessità, si è da subito messa al lavoro, andando a puntellare la difesa con Mateo Musacchio, in arrivo dal Villarreal per guidare, al fianco di Romagnoli, il reparto difensivo, che vedrà tra i propri interpreti anche Ricardo Rodríguez, terzino sinistro tra i migliori in circolazione, abile sia in fase di spinta sia in quella di copertura (grazie al suo passato da difensore centrale), senza dimenticare la sua bravura sui calci piazzati, che con Andrea Conti, presto in arrivo dall’Atalanta, potrebbe rinforzare notevolmente le fasce difensive dei rossoneri.
Una delle priorità del Milan è l’acquisto di un regista, ma dopo aver inseguito a lungo Biglia non è ancora arrivato nessuno per coprire tale ruolo, mentre per rinforzare ulteriormente il centrocampo è stato ingaggiato Franck Kessié, pronto a garantire quantità e qualità in tale reparto.
In attacco non dimentichiamo l’arrivo di André Silva, possibile “crack” come centravanti a cui verrà affiancato qualche compagno di reparto più esperto nel campionato italiano, come richiesto da Montella, incline alla partecipazione alla manovra (Kalinić sembra essere al momento l’indiziato numero uno).
Ma lo scacchiere tattico della compagine milanista – in attesa delle prime amichevoli e delle prime gare ufficiali – sembra essere tutt’altro che prevedibile, con un jolly come Bonaventura, capace di interpretare il ruolo di mezzala e quello di esterno offensivo in maniera piuttosto discreta, che verrà affiancato dai nuovi arrivati, Fabio Borini, calciatore in grado di spaziare su tutto il fronte d’attacco (può giocare indifferentemente come prima o seconda punta, o come ala), e Hakan Çalhanoğlu, trequartista dotato di una tecnica sopraffina la cui posizione in campo non è stata ancora inquadrata al meglio dai vari addetti ai lavori, nonostante possa integrarsi molto bene nel 4-3-3 montelliano.
Di arrivi, dunque, ce ne saranno ancora, come numerose saranno le partenze di quei giocatori in esubero: Milanello è da considerare un cantiere aperto, l’apertura dei lavori c’è già stata ma la situazione è in costante evoluzione, con il rinnovo di Donnarumma, che nelle ultime ore sembra essere più vicino, che permetterebbe ai dirigenti meneghini di buttarsi a capofitto sul mercato con la consapevolezza di avere tra i pali un portiere di livello.