Dalla paura alla festa: il 2017 altalenante del Boca Juniors
Domenica 14 maggio 2017, Estadio Alberto Jacinto Armando, Buenos Aires. Il River Plate espugna 3-1 la Bombonera vincendo il Superclásico in casa del Boca Juniors e riapre il campionato. Il primo posto dei gialloblù inizia a scricchiolare, con le certezze costruite da agosto ad aprile che vacillano clamorosamente. Torniamo però indietro di un mese. La squadra di Barros Schelotto, che fino a quel momento aveva dominato la stagione argentina lasciando le briciole alle avversarie ed eliminando dalla lotta al titolo San Lorenzo, Newell’s Old Boys, Estudiantes e Banfield; incappa in tre pareggi contro Patronato, Atlético de Rafaela (non esattamente due corazzate) ed Estudiantes, arrivando alla sfida contro gli eterni rivali in una condizione psicologica di paura totale. Dall’altra parte, il River arriva invece lanciatissimo all’appuntamento dell’anno e in campo si vede: i Millonarios dominano sula falsa riga di una prima parte di 2017 perfetta e riaprono il campionato.
Il Boca vincerà la partita successiva contro il Newell’s, ma ormai il vantaggio sul River è di un solo punto. Dopo il pareggio subito dal Boca al 97′ sul campo dell’Huracán, la squadra di Gallardo ha addirittura il destino nelle proprie mani. Qua però la stanchezza del doppio impegno si fa sentire e arriva così la sconfitta per la Banda: 2-1 in casa del San Lorenzo. Per i gialloblù questo risultato è come una scossa che li risveglia bruscamente da un sonno profondo. Come se improvvisamente si fossero ricordati di essere la squadra più forte e più completa del campionato, gli Xeneizes iniziano nuovamente a giocare e a segnare: arrivano in rapida successione il 3-0 all’Independiente alla Bombonera e il 4-0 sull’Aldosivi a Mar del Plata, che, complici i rallentamenti di River Plate e Banfield, valgono la conquista del trentaduesimo campionato locale al Boca.
Il “braccino” è un fattore che aleggia spesso sui campi da tennis. Essendo questo uno sport individuale, quando la paura di vincere ti assale sei solo tu a poterla sconfiggere. Nel calcio, essendo uno sport di squadra, è ovviamente un fattore meno influente, ma, come abbiamo appena visto, assolutamente da non sottovalutare. Al Boca è capitato proprio questo: in una squadra che aveva dominato la stagione e a cui mancavano pochi metri per tagliare il traguardo è subentrata la paura di vincere. E non stiamo parlando di una sorpresa del campionato, stiamo parlando di una delle squadre più vincenti e importanti del Sud America con in squadra giocatori esperti come Gago, Benedetto e Centurión. Quando però si entra in questa spirale, tutte le certezze crollano e spesso per ritrovarle serve un aiuto dall’esterno. Nel caso del Boca è stato il gol di Díaz che ha dato al San Lorenzo il successo sul River Plate per 2 a 1 al Nuevo Gasómetro. In quel momento, Schelotto e la sua squadra hanno riavuto il destino nelle proprie mani e questo ha probabilmente riacceso un interruttore che si era spento nella testa dei giocatori. Scacciata la paura di un sorpasso che avrebbe avuto del clamoroso (il Boca a inizio 2017 aveva undici punti di vantaggio sul River), i gialloblù hanno ripreso a giocare come sapevano e il 3-0 a un Independiente in gran forma ne è stata la dimostrazione. Il perché del blocco avuto dal Boca per un mese e mezzo è da imputare esclusivamente al fattore mentale. Una volta subentrata la paura, tutto quello che prima sembrava naturale e facile non riesce più. Esattamente come può capitare a un tennista che va a servire sul 5-3 e commette due doppi falli consecutivi. Non è che non sappia più battere, semplicemente la testa glielo “impedisce”.
Il titolo è stato festeggiato prima della partita contro l’Olimpo grazie, curiosamente, a un’altra vittoria del San Lorenzo (questa volta ai danni del Banfield). Pur a livelli diversi, questa storia assomiglia a quella vissuta in italia dall’Alessandria nel Girone A di Lega Pro questa stagione. Sfortunatamente per i “Grigi” però, l’epilogo è stato diverso. I piemontesi infatti, arrivati ad avere anch’essi undici punti di vantaggio sulla Cremonese, hanno lentamente e inesorabilmente perso per strada le proprie sicurezze. Persa la testa della classifica realmente (e non solo virtualmente come capitato al Boca), l’Alessandria non ha però più saputa riprenderla fallendo clamorosamente il contro-sorpasso all’ultima giornata dopo il pareggio dei lombardi col Livorno.
Questo fa capire come, anche a livelli diversi, un campionato non sia mai chiuso, anche con vantaggi importanti, fino alla certezza aritmetica. Per passare dalla paura ai festeggiamenti basta però spesso un singolo episodio che risvegli la consapevolezza della propria forza, persa per un periodo ma pronta a essere ritrovata.