Conclusi definitivamente gli Europei Under 21 2017 con il trionfo della Germania in finale contro la Spagna, è arrivato il momento di tirare le somme. A partire, dunque, dagli undici giocatori che per la nostra redazione si sono particolarmente distinti in queste settimane di torneo, formando così una potenziale formazione ideale.
PORTIERE
Julian Pollersbeck (Germania)
Affidabile e costantemente attento per tutto il torneo, l’ormai neo portiere dell’Amburgo ha confermato il suo straordinario momento di forma, diventando una vera garanzia per i pali della Nazionale tedesca. Giusto riconoscere un grande merito alla solida difesa dei ragazzi di Kuntz se la Germania ha subito appena tre reti in questi Europei, certo, ma Pollersbeck ha saputo dare un grande contributo con la sua sicurezza, oltre che con alcune parate di alta qualità. Se ne esce da protagonista soprattutto nella semifinale contro l’Inghilterra, arrivando a parare ai rigori i tiri decisivi di Abraham e Redmond.
DIFENSORI
Jeremy Toljan (Germania)
Aveva il pesante compito di sostituire Kimmich, partito con la Nazionale maggiore per la Confederations Cup, ma il duttile terzino dell’Hoffenheim, capace di giocare sia a destra che a sinistra, si è dimostrato assolutamente all’altezza, confermando l’ottimo talento che ha fatto finire il suo nome sul taccuino di diversi osservatori d’Europa. Giocatore di personalità, preciso in fase difensiva e molto propositivo in avanti: di gran lunga il miglior terzino, anche per costanza, del torneo.
Calum Chambers (Inghilterra)
Era uno degli uomini più d’esperienza della Nazionale inglese ed effettivamente nei momenti clou il suo talento ha fatto davvero la differenza. Solido difensivamente e preciso nei movimenti anche grazie alla buona intesa con il compagno di reparto Mawson, il centrale dell’Arsenal ha dato importanti garanzie nel reparto arretrato agli inglesi, dimostrando di aver raggiunto una certa maturità. Non casualmente, l’Inghilterra chiude il torneo con la miglior difesa assieme alla Germania e alla Spagna finaliste.
Marc-Oliver Kempf (Germania)
Se lo guadagna Kempf il premio simbolico per elogiare più in generale la grande solidità difensiva della Germania. Il centrale del Friburgo, oltre ad aver partecipato a tutte le gare del torneo, si è dimostrato una vera e propria colonna del reparto arretrato tedesco, preciso nei movimenti e bravo a sfruttare la sua fisicità, soprattutto nella finale contro la Spagna in collaborazione di Stark. Giocatore granitico, chiude la competizione anche con un gol segnato contro la Danimarca ai gironi.
Yannick Gerhardt (Germania)
Altra rivelazione di questo torneo. È stato un ballottaggio fino alla fine con un altro ottimo giocatore come Jonny della Spagna, ma alla fine la palma di miglior terzino sinistro è andata proprio al classe ’94 del Wolfsburg. Un vero treno della corsia mancina, sempre pronto a spingere in avanti giocando quasi da ala per poi tornare a coprire nel reparto arretrato con buona precisione. Ragazzo maturato tanto dal punto di vista mentale, come ammesso anche dal ct Kuntz, e in campo la crescita è stata evidente.
CENTROCAMPISTI
Saúl Ñíguez (Spagna)
È stato fino all’ultimo in corsa per vincere il premio di miglior giocatore del torneo, ma dalla competizione in Polonia ne esce comunque come uno dei più interessanti talenti del calcio europeo. Uomo tutto fare della squadra di Celades, in grado di spaziare per tutto il campo e capace di trasformarsi in pochi attimi da mediano a metronomo in mezzo al campo fino a vero e proprio bomber. Chiude il torneo da capocannoniere con 5 reti, ma ricordarlo solo per questo è anche fin troppo riduttivo: Saúl si conferma un ragazzo dall’intelligenza tecnico-tattica fuori dal comune e con una duttilità che lo rende un giocatore totale, quasi imprevedibile. L’Atlético Madrid lo sapeva già da tempo e per questo si è affrettato a legarlo a sé fino al 2026 appena finita la competizione.
Max Arnold (Germania)
È stato Arnold il vero faro del gioco della Nazionale tedesca. Il mediano-regista del Wolfsburg ha saputo confermare le sue ottime doti in termini di visione di gioco e, soprattutto, di personalità, dimostrandosi un capitano eccellente per tutto il torneo. Ha saputo garantire grande quantità alla sua squadra, ma anche ottimi spunti in avanti, dettando i tempi di gioco di tutta la squadra: ha soltanto 23 anni, ma ha la maturità di uno che ne ha 10 di più. Löw lo prenda in considerazione in vista dei Mondiali del prossimo anno.
Dani Ceballos (Spagna)
Alla fine, il premio come miglior giocatore del torneo se lo è assicurato il centrocampista del Betis Siviglia, da giorni ormai nel mirino di tutte le big d’Europa. Un riconoscimento assai meritato per quella che è stata la grande sorpresa di questi Europei Under 21, in cui è emerso un ragazzo di soli 20 anni dalla straordinaria duttilità, capace di garantire quantità e qualità in ogni gara. Celades sa che il lavoro svolto spesso in ombra da Ceballos ha garantito un equilibrio decisivo, permettendo al resto della squadra di girare a dovere. Tanto che il ct spagnolo, dopo averlo lasciato in panchina alla prima gara, non ha più potuto farne a meno.
ATTACCANTI
Federico Bernardeschi (Italia)
Il giocatore offensivo della Fiorentina è l’unico elemento degli Azzurrini che abbiamo deciso di inserire in questa formazione: il ballottaggio era con Pellegrini, altro giocatore messosi particolarmente in mostra in questi Europei, ma la concorrenza a centrocampo era spietata. Europei cominciati tutto sommato sottotono per Bernardeschi che, però, è stato poi capace di diventare il trascinatore della squadra soprattutto nei momenti più delicati e decisivi. Era l’occasione per dimostrare di essere pronto per il salto di qualità e lui ha saputo sfruttarla piuttosto bene: pesantissimo il gol con la Germania che ha salvato i ragazzi di Di Biagio dalla figuraccia, fenomenale quello fatto contro la Spagna, purtroppo non sufficiente per farci guadagnare la finale.
Marco Asensio (Spagna)
Aveva chiuso la stagione con il Real Madrid con un gol in finale di Champions League e alla prima di questi Europei Under 21 ha cominciato segnando una tripletta alla Macedonia. Poi di reti non ne sono più arrivate, vero, ma nel gioco di Celades Asensio ha saputo garantire tanta corsa e qualità nel reparto offensivo, riuscendo a combinarsi alla perfezione con i compagni di reparto Deluofeu e Sandro. Giocatore tatticamente molto intelligente e in evidente crescita: l’età è dalla sua parte, può diventare un fenomeno.
Gerard Deulofeu (Spagna)
L’ex Milan torna a casa con soltanto un gol realizzato da rigore, ma ancora una volta ha sfruttato l’occasione per dimostrarsi un giocatore dal grande talento, capace di spaccare in due le difese e sbloccare con la giocata giusta partite bloccate. Grandi cavalcate, passaggi precisi e tanti inserimenti, ma anche bravo, da buon capitano, a trascinare la squadra con discreta personalità, facendo capire di aver raggiunto la maturità giusta per giocare in una grande del calcio europeo.