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Azzurrini, Gagliardini ma non troppo

All’indomani dell’eliminazione, a bocce ferme, possiamo cercare di capire meglio i perché della sconfitta azzurra con la Spagna. Che ci sta, per quanto visto in campo nel secondo tempo. Nella ripresa gli iberici hanno dato fondo alle loro qualità migliori, approfittando anche della scarsa lucidità dell’Italia nei momenti topici. Ma il rammarico è comunque tanto, visto che nel corso della prima frazione gli azzurri avevano saputo tenere testa agli ostici avversari, mettendo in campo solidità difensiva e brillantezza tattica.

Certamente l’espulsione di Gagliardini ha pesato come un macigno. Il centrocampista dell’Inter non ha giocato un Europeo eccelso e in semifinale è andato troppo spesso in difficoltà, dinanzi alla rapidità dei palleggiatori spagnoli. In realtà è stato tutta la mediana azzurra a non convincere, ma il rosso a Gagliardini ha spianato la strada agli spagnoli. In superiorità numerica le indubbie qualità di CeballosSaúl Ñíguez sono fiorite come un tulipano nella campagna olandese. E hanno permesso agli uomini di Celades di mettere a frutto il loro tambureggiante tiki taka.

Ma non è solamente colpa dell’improvvida espulsione di Gagliardini. All’Italia è mancato, per tutto il corso dell’Europeo, un attaccante centrale in grado di fare la differenza. Petagna e Cerri non hanno convinto, tant’è che le cose migliori sono state fatte con la Germania con l’atipico trio Chiesa-Berardi-Bernardeschi. Contro gli spagnoli non era facile, ma nessuno dei due centravanti ha dimostrato di saper mettere in difficoltà i difensori avversari. La sensazione è che mancasse un finalizzatore, tant’è che i gol sono stati pochi e realizzati per lo più da centrocampisti e mezzepunte.

Senza considerare la grande forza degli spagnoli, che nei momenti più importanti del match hanno osato e sono stati premiati. La Spagna, a centrocampo e in attacco, ha giocatori dal futuro fulgido: Saúl Ñíguez e Ceballos si sono dimostrati già pronti per la ribalta internazionale, così come Asensio che la ribalta l’ha già conosciuta vincendo la Champions League contro la Juventus. Deulofeu, soprattutto nel primo tempo, quando la squadra faticava a rendersi pericolosa, ha allentato la pressione ed è stato praticamente l’unico a mettere i brividi alla difesa italiana.

Insomma, dall’Italia ci si poteva aspettare di più, ma vanno considerate molte variabili. La forza della Spagna non può essere sottaciuta, così come l’ingenuità e le prova non del tutto soddisfacente di Benassi e compagni. Siamo sicuri che, in termini di singoli, l’Italia potesse reggere il confronto con la Rojita, ma solo a patto di giocare la partita perfetta. E così non è stato.