Si è concluso con una sconfitta il tour di giugno dell’Italrugby. Per la Nazionale, il 40-27 di Brisbane è un’occasione mancata: l’Australia, mai battuta, resta un tabù. Unito al dato di Italia-Scozia e Italia-Figi, la sconfitta di questa mattina lascia a bocca asciutta i ragazzi di Conor O’Shea nell’intera tournée e la situazione, dopo un Sei Nazioni da 5 sconfitte, inizia veramente a preoccupare.
È stato un tour strano, per certi versi positivo (in particolare la trasferta di Suva), eppure si aspettavano delle risposte che non sono arrivate. Nel primo test, giocato a Singapore, la Scozia ha confermato una superiorità già palesata a livello continentale, nonostante l’assenza dei giocatori convocati dai British&Irish Lions. Vero che anche noi, privi soprattutto di capitan Parisse lasciato a riposo, eravamo alla ricerca di certezze, ma il 34-13 è stato un disco rosso non indifferente. Come detto dal ct, “non è possibile essere competitivi a livello internazionale concedendo quindici calci piazzati e due cartellini gialli alla quinta miglior squadra al mondo” e proprio la posizione degli scozzesi nel ranking dovrebbe farci riflettere: avremmo potuto esserci noi. Potremmo esserci noi. Potremo esserci noi.
La seconda tappa, come detto, è stata forse la più positiva. A Suva, capitale di una nazionale da 900 mila abitanti che vivono il rugby come una religione, l’Italia ha dato il meglio di sé, cedendo solo allo scadere trafitta dall’australiano di origini figiane Volavola. Una prova matura, di cui essere orgogliosi. Serviva – citiamo ancora le parole di O’Shea – girare l’angolo verso il futuro e per certi versi gli azzurri lo hanno fatto: partita dominata in molte fasi di gioco nonostante un XV poco esperto a livello internazionale. O forse proprio per questo: c’è da essere devastati e contenti allo stesso tempo e prenderlo e guardarlo, quel futuro.
Chi scrive è avvezzo ma non rassegnato alla retorica della sconfitta onorevole, dell’uscita a testa alta e di tante di quelle cose che da sempre giustificano (e sotto sotto minimizzano) gli scivoloni della Nazionale. Ma per una volta, vista anche la prova della mischia a Brisbane, si può stare (anche) sereni: era fondamentale svecchiare e dare anche ai giovani chilometraggio a livello di test.
Non è stata la solita Italia forte nel pack ma imbarazzante altrove (bene anche i trequarti) e l’Australia, già sconfitta dagli scozzesi in questa finestra internazionale (19–24), si è presa un bello spavento. Il futuro, continuando così, è (anche) nostro.