Editoriali

E se stessimo sbagliando tutto?

Sarò onesto: non credevo assolutamente che una squadra del genere fosse capace di una figuraccia simile. Una rosa fatta di ragazzi che occupano le prime pagine dei giornali sportivi, perché protagonisti delle principali trattative di calciomercato, battuta in maniera netta da una Repubblica Ceca che doveva addirittura essere un avversario abbordabile.

Abbiamo esaltato, forse in modo esagerato, questa Under 21 azzurra? Il talento c’è, è evidente. Probabilmente, però, c’è anche un errore: aver considerato ogni elemento già maturo a sufficienza. Pensiamoci: Calabria, Rugani, Cataldi, Chiesa, Pellegrini, Petagna, Berardi, ovviamente Donnarumma: li conosciamo, giocano ad altissimi livelli nel nostro campionato. Dove sono inseriti, però, in un contesto fatto anche di gente molto più esperta. E forse, questo è il punto chiave del discorso.

Ognuno di questi ragazzi ha un talento incredibile, su ciò non si discute. Ognuno di essi, inserito in un ambiente omogeneo, esprime al meglio le proprie qualità. Noi, tutti, siamo caduti in un banale errore: pensare che un gruppo di ragazzini capaci, nel contesto domenicale, di eccellere, potesse rendere ugualmente pur senza qualcuno, in campo, in grado di dettar loro movimenti, posizioni, atteggiamenti, dall’alto di un’esperienza che, è ovvio, non hanno. Pur giocando in Serie A, e qualcuno anche in Europa: l’esperienza, quella vera, questi ragazzi, non ce l’hanno.

E se stessimo sbagliando tutto? Noi, giornalisti, a pensare che un ragazzo possa valere davvero così tanti milioni a prescindere da ciò che lo circonda? Forse è così. Il calciomercato piace perché fa parlare, fa sognare in alcuni casi. Con i procuratori diventati dei santoni, con i quali parlare è un meraviglioso onore. Giuro: a volte capita che sia talmente complicato proferir parola con qualche addetto ai lavori che ti senti come se dovessi chiedere, imbarazzato, l’autorizzazione ad andare al bagno al Dalai Lama (seppur ti renda effettivamente conto che la maggior parte di essi fatichi a mettere due congiuntivi nella stessa frase).

Riflettiamoci. Riflettiamoci tanto, perché il calcio in fondo è qualcosa di diverso rispetto a milioni e procuratori esosi. Ma non divaghiamo: dicevamo degli azzurrini, che a ogni modo sono anche loro (o saranno presto) soggetti di mercato e oggetto di chiacchiere da parte di tutti. La nostra Italia Under 21 è crollata contro una Repubblica Ceca talentuosa, certo, ma che dovevamo mangiarci a colazione. In teoria. In pratica, invece, figuraccia. Anche questa, costruita da noi, sia chiaro: perché se non avessimo alzato il sipario, applaudito, e gettato rose su questa nazionale ancor prima che partisse per la spedizione europea, probabilmente tutto, anche una sconfitta inaspettata, sarebbe stata meno preoccupante. E meno chiacchierata.

PS numero 1 – Sia chiaro che questa non è una critica alla nostra Under 21; semmai, lo è nei nostri stessi confronti, e per “nostri” intendo quel maxi insieme composto da tifosi e giornalisti, che a volte si confondono, e si esaltano troppo e puntano anche a far esaltare a più non posso.

PS numero 2 – Anzi, una critica alla squadra la avanzo. Fateci caso, tutti, ai volti dei calciatori mentre, chessò, scendono dal pullman, arrivati allo stadio. Petto in fuori e sguardo da red carpet. Sì, è vero, anche in questo caso l’atteggiamento è dovuto all’universo di attenzioni (necessarie?) prodotte dai media, però una testa pensante chiunque ce l’ha, anche loro. E la maggiore età (seppur da poco), tutti l’hanno superata.

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Alex Milone