L’Italtuffi 2.0 a Kiev smentisce le “Cassandre”. E lo spettro di Tania su Hausding…
“Ci vorranno anni prima di rivedere un atleta italiano sul podio“, “un movimento che si regge solo grazie a una campionessa“, “non siamo ai livelli di Russia, Germania e Ucraina“. Quante Cassandre hanno accompagnato la Nazionale Italiana di tuffi alla vigilia dei Campionati Europei di Kiev. I primi senza la Regina Tania Cagnotto. Ma anche i primi senza altri due “monumenti” come la neo mamma Francesca Dallapè e Maria Marconi. E allora il Commissario Tecnico Oscar Bertone – anch’egli all’esordio sulla “panchina” della Nazionale Maggiore – ha optato per una scelta radicale. Una veterana, Noemi Batki, due “possibili” certezze, Giovanni Tocci ed Elena Bertocchi, un “jolly”, Maicol Verzotto, e tanti giovani. Da Cristofori a Barbu, da Marsaglia a Chiara Pellacani, data di nascita 12 settembre 2002.
Bertone come Gasperini alla vigilia di Atalanta-Napoli, si potrebbe scrivere. Il tecnico della “Dea” quella domenica di ottobre schierò titolari i frutti più pregiati del proprio vivaio. L’ Atalanta vinse 1-0 in maniera impronosticabile e con quel successo diede il via alla cavalcata verso un’inaspettata qualificazione alla Europa League. E così ha fatto l’Italtuffi a Kiev. Nessuno ci avrebbe scommesso un euro su un podio. E avrebbe fatto male. Perché di podi ne sono arrivati ben tre. Dei quali due dal sincro misto, sia dalla piattaforma (bronzo) che dal trampolino (oro). Non è un caso. La possibilità di gareggiare in coppia “uomo-donna” è relativamente giovane (introdotta ai Mondiali di Kazan 2015) ed è quindi la più “semplice” da affrontare per ricucire il gap con le potenze (o presunti tali) tuffistiche mondiali e/o europee. E diventa ancora più semplice quando hai in casa un “fuoriclasse” della disciplina come Maicol Verzotto. Il 29enne bolzanino si conferma – si scherza, eh – il “Giacomo Casanova” dell’Italtuffi. A medaglia con Tania Cagnotto (bronzo ai Mondiali di Kazan 2015 e argento agli Europei di Londra 2016), a medaglia a Kiev sia con Elena Bertocchi dal trampolino (oro) e con Noemi Batki (bronzo). Ha voluto sacrificare le velleità individuali per dedicarsi a questa disciplina e sta avendo ragione. Così come le ha sacrificate – per il momento – Noemi Batki. La triestina tornerà sulla piattaforma ad agosto ai Mondiali di Budapest, ma a Kiev ha buttato tutte le sue fiches sul sincro. Le è andata bene, come detto, nel misto. Le è andata benissimo nella piattaforma donne. Perché ci sono quarti posti e quarti posti. E quello ottenuto assieme a Chiara Pellacani non sa di tristezza e delusione, ma di speranza e positività.
Positività. E il pensiero vola a Elena Bertocchi, subito dopo il suo nono posto dal trampolino 3 metri. La 23enne milanese ha semplicemente dichiarato: “aspettatemi dal metro, è la mia gara“. Detto, fatto, oro. Che segue l’argento di Londra 2016 dietro Tania Cagnotto. Una gara condotta con un’autorevelezza disarmante, nonostante una “bestia da gara” come la russa Bazhina che le è sempre stata col fiato sul collo. Ma il trampolino 1 m, seppur bello, ha un difetto intrinseco: non è disciplina olimpica. Elena lo sa, sa che dal trampolino 3 m le manca ancora qualcosa per essere a livello delle migliori. Ma sa altrettanto bene, coadiuvata dal suo tecnico Dario Scola, dove e in cosa migliorare.
L’Italtuffi 2.0 però non è solo medaglie. Ma è anche – e soprattutto – finali. Eccezion fatta per Cristofori nel trampolino 3 m, l’obiettivo delle finali è sempre stato raggiunto. Con ottimi piazzamenti, leggasi il 5° posto di Barbu dalla piattaforma, e con qualcuno che un pochino di amaro in bocca l’ha lasciato (vedasi Tocci).
Anche se, inutile negarlo, a tutti è sembrato strano non vedere la Regina Tania Cagnotto in gara. Nonostante la sua assenza fisica, però, lo “spettro” della fuoriclasse bolzanina è aleggiato lo stesso sulla Liko Sports Centre di Kiev. Facendo sentire la pressione a Patrick Hausding. Cagnotto-Hausding, il “duello” per essere il più medagliato a livello continetale che era oramai diventato un cult agli Europei di tuffi. Tania si è fermata a 29, il tedesco partiva da quota 26. E l’Europeo ucraino doveva essere quello del sorpasso. Invece, Hausding nel suo carniere ha aggiunto solo l’argento dal trampolino 1 m. Questo per lo “0” preso in un tuffo nel Team Event, per la clamorosa mancata finale dal trampolino 3 m e per l’altrettanto clamorosa medaglia di legno nel trampolino 3 m sincro. Risultato? Tania Cagnotto resta la più medagliata negli Europei. Le Regine, anche senza gareggiare, conoscono mille modi per difendere il loro trono.