Primo Piano

Ma siamo sicuri che la cosa sia davvero così grave?

Gianluigi Donnarumma non rinnova col Milan: in attesa di conoscere con certezza il suo futuro, se sarà all’estero o ancora in Italia a un’altra squadra o se, prima di arrivare alla scadenza del contratto prevista per il prossimo 30 giugno, dovrà sopportare un anno di tribuna, proviamo a immaginare – al netto della, ovvia, mancata plusvalenza dovuta a una sua onerosa cessione – come i rossoneri possano “sopravvivere” senza l’estremo difensore classe ’99.

In particolare, per quali motivi i meneghini potrebbero rimanere quasi indifferenti alla cessione del proprio portiere?

  • Vincenzo Montella

Da allenatore intelligente qual è, conosce molto bene pregi e difetti della sua squadra. Già con Donnarumma in porta c’era qualcosa da migliorare; con un profilo avente più esperienza, in casa Milan si potrebbero eliminare definitivamente, o quasi, quei piccoli problemi che spesso portavano a subire gol evitabili.

  • La dirigenza

La nuova proprietà cinese sembra avere una disponibilità economica più che consona a governare un club ambizioso e in cerca di rilancio come quello rossonero. In più si è affidata a Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli, che in qualità, rispettivamente, di direttore generale e direttore sportivo sin dai giorni del loro insediamento hanno lavorato più che bene. Di conseguenza, è facile pensare che in meri termini tecnici non avranno problemi a trovare un degno sostituto che possa difendere i pali dei meneghini per la prossima stagione e per quelle successive.

  • Il preparatore del portieri

Se Donnarumma negli ultimi due anni è riuscito ad affermarsi come uno dei portieri migliori del nostro campionato, tanto da meritarsi la chiamata di Ventura con la Nazionale, gran parte dei meriti sono di Alfredo Magni, preparatore dei portieri del Milan. Il suo lavoro è stato eccezionale e l’estremo difensore classe ’99 è riuscito a giovarne come meglio non poteva. Ora però, con la probabile cessione, la coppia si separerà. E se il giocatore potrebbe riscontare problemi, perché no, con i preparatori che incontrerà sulla sua strada, lo stesso non si potrà dire per la società rossonera, in quanto agli ordini di Magni arriveranno altri estremi difensori pronti a migliorarsi e, perché no, pronti a superare il napoletano.

  • Alessandro Plizzari

Classe 2000, è lui il portiere del futuro. Ha un futuro assicurato, solo che i rossoneri devono stare attenti a non commettere gli stessi errori commessi per Donnarumma. Fassone e Mirabelli, che dalla passata gestione hanno ereditato questa “patata bollente”, cercheranno senza dubbio di arrivare quanto prima al rinnovo di contratto. Presumibilmente, anche il suo cammino sarà diverso: per lui dovrebbe essere previsto un prestito che possa permettergli di farsi le ossa altrove, mentre i meneghini affiderebbero la loro porta a giocatori più esperti, in attesa della sua definitiva consacrazione. I presupposti ci sono tutti, basti pensare a quelle (ancora poche) occasioni in cui ha dato sfoggio delle sue abilità anche con parate dall’elevato tasso tecnico.

  • Come si vincono i campionati?

Vincere un campionato non è facile, però con una difesa solida e che concede poco diventa tutto più semplice. Quando la squadra è forte, il ruolo del portiere rischia di diventare (erroneamente?) addirittura marginale. E se non servisse un estremo difensore così forte? Se servisse semplicemente uno che sia “bravo”, cioè che al momento giusto possa trovare quella parata decisiva che ti permetta di svoltare una stagione? Potrebbe bastare? Ricordate Abbiati nella stagione 2010/2011, quella dell’ultimo Scudetto targato Milan? In quegli anni non era uno dei migliori interpreti del suo ruolo in circolazione, eppure le sue parate furono decisive. Esempio lampante, quella del derby del 2 aprile 2011, quanto i rossoneri si giocarono parte della vittoria del campionato nello scontro diretto con l’Inter: nel primo tempo, Abbiati difese il vantaggio compiendo una salvataggio incredibile su Thiago Motta, smanacciando il pallone sulla linea di porta. Se fosse stato gol, parleremmo di altro, forse, adesso. Ecco: questo episodio, utile a dimostrare quanto, se si vuol davvero vincere, sia importante avere una squadra equilibrata: con buoni giocatori, non per forza i migliori in circolazione, ma che diano tutto in campo e che al momento giusto possano trovare la giocata che ti cambi la stagione.