In Primo Piano

Super League svizzera: il Top 11

Intendiamoci: dal punto di vista logico, in Super League svizzera, bisognerebbe semplicemente prendere gli undici titolari del Basilea, e inserirli come Top 11. Anche no, però. E per un motivo semplicissimo: perché si può essere grandi giocatori, ma essere incorsi in una stagione sbagliata. Oppure perché, spesso, si rende in virtù di chi ti gioca assieme, e che, magari, è in grado di esaltare certe tue qualità o di coprire alcuni dei tuoi difetti, che emergevano (o emergeranno) in contesti diversi. E così, con questi presupposti, nasce questo Top 11 (con anche le riserve…) della Super League elvetica, che è tutto tranne che esaustivo o, peggio ancora, oggettivo.

In porta, la scelta non è stata semplice. Vaclík del Basilea ha giocato una grande stagione, per esempio: 12 partite terminate senza subire gol, difesa meno battuta del torneo: spetta a lui il posto nella Top 11. Tuttavia, a noi è piaciuto molto anche Mvogo dello YB, dalla prossima stagione al RB Leipzig. Deve crescere ancora nelle uscite, ma tra i pali gli abbiamo visto fare, in stagione, interventi pregevoli, pur non potendo contare su una difesa ermetica.

In un ipotetico 4-2-3-1, il tornante difensivo destro non può farlo che Lang del Basilea. L’esterno difende, recupera, spinge, suggerisce (4 volte) e segna (6 volte). Difficile chiedere di più. In mezzo alla difesa, Ziegler del Sion e Sulmoni del Lugano (con un’opzione per Rochat dello YB). A sinistra, Traoré del Basilea, forte in tutti i fondamentali, e con il vizio del gol (ne ha segnato uno importantissimo nella finale di Coppa svizzera), con  l’opzione alternativa di Facchinetti del Thun, che ha disputato, a nostro parere, un grande campionato.

Centrocampo arretrato con Mariani del Lugano e Zakaria dello Young Boys: aspira palloni con il vizio del gol il primo (ha affinato il tiro da fuori area, con ottimi risultati), classe, piedi buoni e ottimo interditore (anche in prospettiva per la nazionale rossocrociata) il secondo. Più avanti, Alioski del Lugano a destra (16 gol per lui in stagione, 59 tiri in porta, e tutto con l’aggiunta di 14 assist: un anno d’oro, per l’ex pupillo di Zeman), Ravet dello YB avanzato dietro la prima punta (17 assist per lui, primo in questa speciale classifica) e Tosetti a sinistra (15 assist, secondo nella specifica graduatoria), con l’opzione Steffen del Basilea.

Certo, lo svizzero tedesco nonché nazionale rossocrociato sarà anche più forte, dal punto di vista fisico e, soprattutto, in fase di finalizzazione. Tuttavia il ticinese, in un contesto non facile come quello di Thun, ha fatto un torneo (in particolare nel girone di ritorno, quando ha conquistato il posto di titolare fisso) notevole, segnando e, soprattutto, come evidenziavamo sopra, facendo segnare. Per questo motivo, ci sentiamo di doverlo premiare. E chi legge la stampa specializzata elvetica, sa che siamo in ottima compagnia.

Davanti, in teoria, il posto sarebbe del capocannoniere Doumbia. In pratica, invece, lo mettiamo tra parentesi come seconda scelta e, al centro dell’attacco, ci mettiamo il francese Hoarau dello Young Boys il quale, infortunatosi quasi due mesi fa, è rimasto, nonostante ciò, in testa alla classifica dei cannonieri sino alla penultima giornata: non proprio una cosa da poco, in un campionato dove si segna moltissimo (582 reti in 180 partite, con una media di 3,23 reti a incontro: vale a dire il torneo più ricco, sotto questo aspetto, di tutta Europa).

Allenatore: Paolo Tramezzani (Lugano) 9

L’allenatore migliore è stato senza dubbio il tecnico italiano del Lugano: arrivato a gennaio, nel girone di ritorno ha realizzato quasi il doppio dei punti che aveva ottenuto il suo predecessore, risalendo dalla zona retrocessione (ottavo posto) alla terza piazza, che vale l’Europa League: un risultato straordinario e difficilmente ripetibile.