Estero

Nella RSL svizzera, pronto un valzer delle panchine

Pochi giorni fa, eravamo a Cornaredo a goderci la festa per la promozione del Lugano in Europa League. Ma i ritmi del calcio moderno non danno pause a nessuno, men che meno agli addetti ai lavori: e così, in Svizzera, si stanno già rincorrendo voci e supposizioni sulle panchine della Raiffeisen Super League del prossimo anno. Basilea, Zurigo, Thun, San Gallo e Grasshopper (dei giorni scorsi la notizia dell’accordo, anche per la stagione prossima, con Bernegger) sono sicuramente a posto. La dirigenza del Lucerna (a parole) ha confermato la fiducia a Babbel, nonostante gli alti e bassi della stagione appena terminata. Celestini del Losanna, probabilmente, andrà in Francia, al Saint-Étienne.

Ci sono due panchine importanti, quindi, in cerca di occupanti. Una, come avevamo anticipato al termine della finale di Coppa Svizzera, è quella del Sion. L’altra, probabilmente, è quella dello Young Boys di Berna. A Lugano, Tramezzani ha un contratto ancora per due stagioni, come sappiamo: ma, usando una citazione del secolo scorso, utilizzata per questioni ben più importanti, i trattati (e quindi i contratti, soprattutto nel calcio di oggi) sono “Chiffon de papier”. Le parole di Tramezzani al termine della partita con il Lucerna, durante la festa, hanno fatto pensare a tutti che il tecnico bianconero stia, come minimo, valutando delle proposte. Il presidente Renzetti, uomo di calcio esperto e per niente sprovveduto, ha preso atto della situazione, e sta, probabilmente, facendo le proprie valutazioni in merito. Oggi il Pres è in Russia per affari: domani sarà nel suo ufficio a Cornaredo, incontrerà l’allenatore e, probabilmente, il nodo verrà sciolto.

In via Trevano il pragmatismo regna sovrano: il fallimento economico è una pagina ancora troppo recente, e la gioia per il grande risultato sportivo non fa certo venir meno la volontà di non fare passi avventati. Fulvio Sulmoni, ticinese di nascita e passaporto, difensore esperto, in un’intervista rilasciata alla RSI, pur senza avventurarsi in previsioni sul futuro di Tramezzani, ha tracciato la via per la prossima stagione: una salvezza tranquilla. Renzetti non è uomo da scomodare paroloni come “riconoscenza”: certo, come tutti si augura che il tecnico decida di continuare in Ticino la propria crescita professionale. Però, è consapevole che, nel rapporto a due, ognuna delle due parti ha dato e ricevuto in egual misura, e che l’ex giocatore di Inter e Pro Patria potrebbe fare, per il futuro, valutazioni differenti.

Il Sion, quindi. Il vulcanico Constantin, dopo la partita rocambolesca di venerdì, ha avuto modo di lamentarsi con gli arbitri per un fuorigioco di posizione di uno del Grasshopper, sul tiro decisivo di Andersen: in effetti, si vede chiaramente un giocatore tigurino, oltre i difensori, spostarsi (tocca anche impercettibilmente la sfera?) per lasciar passare il tiro, e poi, con il pallone nel sacco, cercare con gli occhi il guardialinee, prima di esultare, dopo essersi reso conto dell’assegnazione del gol. Insomma, forse qualcosa di più di un fuorigioco di posizione, anche se l’arbitro ha deciso diversamente. “Ci hanno derubato!” il commento, come sempre sobrio, di CC prima di partire per Cardiff (è un acceso sostenitore della Juventus). Tramezzani, in Vallese, troverebbe un presidente disposto a spendere (compreso per il suo ingaggio), e potrebbe lottare per fare una stagione di vertice.

Ci sono altre opzioni: lo Young Boys di Berna è una di queste. La squadra della capitale non vince niente da trent’anni (per avere un’idea del tempo passato, esisteva ancora l’Unione Sovietica, e il Forte del Sass da Pigna sul San Gottardo era ancora coperto dal segreto militare), e Adi Hütter, che pure in Austria, a Salisburgo, aveva ottenuto la doppietta Campionato-Coppa, qua non è riuscito a incidere. In particolare, l’eliminazione casalinga in Coppa svizzera, da parte del Winterthur (squadra di Challenge League), coi gialloneri che avevano chiuso in vantaggio di due reti, poi rimontati in 5′ nella ripresa e battuti ai rigori (una piccola Istanbul, con tutte le proporzioni del caso) ha messo fortemente in discussione il carisma vincente del tecnico austriaco.

C’è anche chi indirizza il tecnico del Lugano verso una panchina di qualche squadra di Serie B italiana con ambizioni di promozione (si parlava del Novara, tempo fa, squadra che ha sfiorato, in questa stagione, i play off per la promozione in Serie A). Situazioni (entrambe) a nostro parere preferibili a Sion, a livello ambientale: ma tant’è. Del resto, come diceva tempo fa Renzetti, le dinamiche dei trasferimenti, nel calcio, sono molto complesse, e non dipendono solo dalla logica.

E a Lugano, quindi, chi occuperebbe la panchina, in caso di partenza di Tramezzani? Ci sono diverse possibilità concrete, contrapposte a voci a nostro parere infondate (Guidolin o, addirittura, Gianni De Biase, che vorrebbe tornare a guidare un club dopo l’esperienza della nazionale albanese). La più accreditata vede in pole position Tami, ex GCZ, ex giocatore bianconero, ticinese e benvoluto dalla piazza, l’unico in grado di far digerire in fretta il divorzio con il tecnico emiliano. Poi ci sarebbe Beppe Scienza, allontanato da Chiasso senza colpe (a nostro parere, beninteso) e molto stimato da Renzetti. Crediamo, comunque, che tutto verrà deciso molto in fretta: il nuovo Lugano, già in cantiere, ha bisogno di certezze. E il Pres potrà utilizzare quel capitale di credibilità che la piazza, visti i risultati, sembra concedergli. Noi, per ora, restiamo in attesa dei comunicati stampa, e ci godiamo il fresco, al parco di villa Ciani.