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Tra presente e futuro: Napoli, ora devi vincere

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Molte volte il calcio si basa su conteggi e somme, di numeri e trofei. Perché la storia la fanno i vincitori, questo si sa, ed è giusto evidenziarlo. Non stiamo qui a elencare tutti i numeri e la sfilza dei record di marca napoletana ma, per la cronaca, l’ultimo in ordine cronologico è quello relativo alle reti segnate lontane dal San Paolo. Cinquanta perle d’azzurro, con la quaterna rifilata alla Samp. E ci fermiamo qui (giusto per annotarlo) perchè dei record si è parlato fin troppo per una piazza che, per quanto entusiasta delle imprese azzurre, vorrebbe mettere le mani su qualche trofeo di una certa consistenza.
Appuntamento alla prossima stagione, dunque. Stagione che per il Napoli inizierà il 15 o 16 Agosto con il preliminare Champions.

Ma cosa manca al Napoli per essere vincente?

Un meccanismo così perfetto e collaudato potrebbe far pensare che agli azzurri non manchi nulla o, quantomeno, che manchi poco alla “perfezione”, quella che ti consente di arrivare ai trofei accennati prima. Il gap con la Juve si è ridotto, e anche in questo caso dobbiamo tirare in mezzo i numeri. Cinque i punti che dividono gli azzurri dai bianconeri, anche se in una posizione finale inferiore rispetto alla passata stagione. Di mezzo c’è una Roma che, pur senza impressionare più di tanto, riesce a raggiungere il secondo posto al 90esimo minuto dell’ultima gara di campionato. Cosa manca, dunque, a questo Napoli? Manca esperienza. Quella che in certi frangenti “prende possesso” della gara e ti trascina al triplice fischio senza particolari rischi. Manca la mentalità. Il calcio propositivo, che fa stropicciare gli occhi degli appassionati in generale, ogni tanto deve fare posto ai catenacci dei tornei di “Promozione”, e magari spazzare i palloni alla ‘viva il parroco’, roba meno spettacolare ma che potrebbe risultare efficace. E su questo Sarri sì che potrebbe apportare qualche modifica.

Il mercato che verrà. Reina sì, Reina no…

Oggi è tutta una miriade di nomi, fatti a caso da esperti che giurano di avere la fonte sicura, e quelli che invece sognano come farebbe un qualsiasi tifoso. A noi non manca lo spirito del sognatore, ma anche in questo ci vuole l’equilibrio necessario, che aiuti a non rimanere delusi. Abbiamo parlato di esperienza e mentalità. Il Napoli è una bella e giovane comitiva di geni. Ma, in questa bella gioventù, un elemento ultratrentenne di un certo spessore capiterebbe proprio come il cacio sui maccheroni. Potremmo ipotizzare l’inserimento nello scacchiere azzurro del gigante del Manchester City, Yaya Touré. Certo, società azzurra permettendo. Non un’operazione impossibile (l’ivoriano è in scadenza di contratto) ma che, tirando in mezzo i precedenti di mercato, andrebbe a scontrarsi con quelle che sono le teorie di De Laurentiis. Ma tant’è che se si vuole vincere, uno “sgarro” alla regola va fatto. Niente e nessuno ti darà la certezza di portare a casa dei trofei, ma certamente c’è qualche calciatore che più degli altri ti potrà dare una mano.
Capitolo Reina: il numero uno spagnolo si è mostrato decisivo in pochi frangenti della stagione. Da ricordare la super parata dell’Olimpico, che permise agli azzurri di portare a casa i tre punti. La lucidità tra i pali non gli dà più una mano come un tempo, però. Su qualche gol sicuramente avrebbe potuto fare di più, ed ecco che intervenire in quel ruolo potrebbe essere una soluzione giusta, anche se conosciamo la sua importanza nello spogliatoio e nel mantenere l’unità del gruppo, cosa non da poco per ambire a certi livelli.
Ma la sensazione è quella che tra Napoli e Reina sia giunto il momento dei saluti. Skorupski, Szczęsny, Neto. Una tris che circola da tempo. Tra i tre Skorupski potrebbe essere una valida alternativa ma bisognerà fare i conti con la Roma, proprietaria del cartellino. Per Szczęsny, l’Arsenal chiede troppo nonostante non rientri nei piani tecnici dei gunners. Infine Neto, alla Juve ha avuto poco spazio (è il destino di chi decide di fare il secondo di Buffon) e nelle poche volte in cui è stato chiamato in causa non ha impressionato. Capitolo terzini: Hysaj, Ghoulam, Maggio, Strinić. Un quartetto che, quasi sicuramente, non sarà riconfermato in tronco per la prossima stagione. Per Hysaj non è stata la stessa stagione fatta nel primo anno in azzurro. Spesso non in condizione, e ha sofferto quelli che erano i suoi diretti avversari. Ghoulam è alle prese con il rinnovo, ma alla fine potrebbe esserci la fumata bianca, nonostante qualche sirena estera. Sulla graticola Strinić e Maggio. Il primo reclama più spazio, mentre per il secondo le primavere avanzano inesorabili e ha un contratto in scadenza nel 2018. In questo caso il Napoli potrebbe optare per un terzino ambidestro, capace di giocare sia a destra che sulla corsia mancina, privandosi di entrambi. Per il resto basterebbe confermare tutti e il divertimento sarà assicurato.

La stagione appena conclusa e quella che verrà

Nella stagione appena conclusa abbiamo ammirato un Napoli spettacolare. Gioco spumeggiante e di una qualità davvero di gran lunga superiore a tutto il resto della Serie A, quasi da essere considerata un lusso per tutto il contesto. Gli azzurri giocano il calcio migliore d’Europa, fatto di un meccanismo perfetto e collaudato nei minimi particolari. In difesa c’è da correggere qualcosa, ma dalla cintola in su, è davvero “tantissima roba”. Zero titoli per il secondo anno consecutivo, cosa che suona come una bestemmia visto lo spettacolo offerto. In campionato gli azzurri hanno perso punti importanti al San Paolo, e in qualche pareggio in trasferta (Pescara, Genoa e Sassuolo). In Coppa Italia il cammino si è fermato in semifinale. Nel doppio confronto la Juve ha avuto la meglio, non senza polemiche. Ma le polemiche sono come le chiacchiere, vanno via con una folata di vento. In Champions l’urna ha accoppiato i partenopei al Real Madrid, poi arrivato in finale. Insomma, se non si è fatto il massimo, poco manca. Il prossimo anno sarà quello del dentro o fuori. In primo luogo perché De Laurentiis non può non dare una mano a questa squadra e a questo tecnico, visto e considerato che i presupposti sono tutti dalla parte degli azzurri. E, in secondo luogo, perché vanno bene spettacolo e bel gioco con i record infranti ma questi potrebbero non bastare, nel prossimo futuro, per soddisfare la piazza. Il futuro sorride al Napoli, adesso la parola passa alla dirigenza. Perché, a quanto pare, tra tecnico e squadra il patto di ferro è già stato stretto e firmato.